di ROBERTO BERNARDELLI – C’è qualcosa di nuovo o di antico nel governo Salvini-Di Maio? Tutte e due le cose. Di sicuro la giovane età dei leader, di certo il solito sistema di aggiustamento delle cose in Italia. Quanto durerà l’esecutivo se lo chiedono tutti ancora prima che si muova. A fare da tutor del premier ci sarà Giancarlo Giorgetti, abile manovratore politico, i mercati fibrilleranno ancora un po’, mentre tra un provvedimento e l’altro, possiamo scommettere che potrebbero durare fino al 2019, quando Mario Draghi lascerà la Bce. Il centrodestra non esiste più, al momento. Due anni possono forse bastare per riprendersi dalla batosta populista e per giudicare l’operato di Salvini, le facili promesse e gli obiettivi da mille e una notte. Diamo due anni di vita a questo governo che viene da lontano, sotto lo sguardo dei poteri forti, che dentro hanno i propri scagnozzi. Per il Nord cosa può cambiare, in meglio? Onestamente, ci è difficile immaginarlo. Un altro giro a vuoto, ancora.