di BENEDETTA BAIOCCHI – “Il nuovo leader non lo sceglieranno né dentro Arcore, ma neppure a via Bellerio, sarà votato dal popolo, perché è il popolo ad avere l’ultima parola. Fino al 4 dicembre sarò concentrato sul referendum, ma già dal giorno dopo, dal 5 dicembre, dopo che avra’ vinto il No cominceremo a costruire un futuro di governo”. E’ quanto afferma al Quotidiano nazionale, il leader della Lega Matteo Salvini, che su Silvio Berlusconi aggiunge: “Anche lui avrà visto che a Firenze, la settimana scorsa, davanti a me ci saranno state dalle 30 alle 50mila persone, mentre da Parisi ce n’erano al massimo 300”.
La battaglia dentro il centrodestra rischia però di non catturare la pancia dei cittadini, protesi verso la salvaguardia di se stessi, delle proprie risorse familiari, del lavoro… Le beghe tra chi sta contro e tra chi sta con… non interessano i cittadini che chiedono riforme, accelerazione, cambiamento, sovranità.
Dice giustamente Salvini che Parisi “Sta con tre veterodemocristiani che hanno cambiato diciotto partiti e rappresenta solo se stesso. Parisi dice che siamo estremisti e pensa ad Alfano e Verdini. Tieniteli e goditeli”. “Quello che c’era ieri non c’è più – osserva anche Salvini – la gente mi dice di andare, fare, rompere con il passato, in Europa e in America spira un vento nuovo che va colto. E io intendo coglierlo per costruire la squadra, anche andando a cercare risorse fuori dai partiti, anche nell’area cattolica, tra quelli del Family Day piuttosto che verso persone come Giulia Bongiorno che sono rappresentative di una parte importante della società civile, persino nel mondo della scuola”.
Bene, giusto, ma caro segretario le rivoluzioni si fanno cambiando lo Stato, portando all’ordine del giorno la sovranità popolare che non è neocentralismo, ma autodeterminazione. C’è posto per gli autonomisti, i federalisti, gli indipendentisti in questo progetto di centrodestra non moderato?