di SERGIO BIANCHINI – Con impeto ammirevole Salvini percorre il mondo intero per raddrizzare tutte le storture. Uno stile tipico del nordico frustrato che non riuscendo ad aggiustare casa propria fornisce personale a tutti i tipi di mondialismo, da quello economico a quello politico a quello religioso.
I lombardi sono bravissimi in tutto ciò che è mondiale, forniscono il personale fondamentale alla Chiesa Cattolica e a miriadi di associazioni umaniste mondialiste come Emergency e Medici Senza Frontiere. Operano in Africa, America, Asia. Ovunque conquistano la stima di tutti. Peccato che non riescano a liberare se stessi dal colonialismo dello stato centromeridionalista.
Questo riflesso condizionato che spinge a raddrizzare il resto del mondo eccetto casa propria è antico. Lo ebbe anche il Partito Comunista che, pur essendo una creatura nordica, al nord non superò mai il 30% e che decise di scendere alla conquista del sud. In effetti ci riuscì dopo i moti fascisti di Reggio Calabria(1968) che lo spinsero a quella operazione. Tramite la CGIL conquistò tutto il meridione costruendo un nuovo assistenzialismo basato sul finanziamento statale dei diritti, veri e presunti di ogni genere, dando al meridione non lo sviluppo ma una marea di denaro pubblico ed il volto sempre più corrucciato, minaccioso ed infelice che vediamo ogni giorno. Non solo denaro in quantità immense, ma l’intero apparato dello stato con la scuola in primis e le tragiche conseguenze che vediamo.
L’alleanza tra il PC ed il meridione costruì di fatto l’unione tra centro e sud Italia per spennare, tramite le tasse infinite, un nord incapace di non dico difendersi ma nemmeno di pensarsi come una entità politica, a differenza delle altre due Italie molto intelligenti politicamente, e cioè il centro e il sud.
Quando Bossi lanciò l’idea della Padania le frustrazioni profonde del Nord trovarono uno sbocco politico. Ma fu solo uno sbocco mentale, che non è ancora riuscito a trovare risultati veri. Di più, Il nordismo leghista, che si è rivelato incapace di gestire il grande consenso politico raccolto al nord, non riuscì mai a conquistare la maggioranza assoluta in nessuna regione del nord. Ed attualmente la lega al nord è in calo al nord rispetto al 2008. Il dato nazionale è leggermente in salita (dall’11 al 13 per cento) per l’aumento dei voti in centro Italia, Emilia, Toscana, Marche ed Umbria.
Quindi il paradosso di Salvini sta proprio nel fatto che gira il mondo intero e sta poco a casa propria e, come disse Mark Twain” a furia di girare il mondo sono diventato straniero a casa mia”. Finirà così per perdere l’agognato meridione che lo sfida compattamente ma contemporaneamente perderà il nord che è abbandonato e trascurato.
Una curiosa prova dello strabismo politico tipico del lombardo è il fatto che per circa un anno su radio Padania De Magistris, che era allora, nel 2009, al centro di uno scontro violentissimo tra magistrati meridionali, fu scelto e presentato come l’eroe di una giustizia vera da prendere come eroico simbolo. Adesso è chiarissimo quale sia la concezione della giustizia e dell’uguaglianza dei diritti e della democrazia, del grande giustiziere.
Nelle ultime elezioni regionali in lombardia Maroni ha vinto non tramite la Lega Nord ma tramite la costituzione della Lista per Maroni che gli ha consentito assieme al centrodestra di ottenere la maggioranza di coalizione. E così l’irrisolto nodo del rapporto tra italianismo e nordismo continua ad ingrossarsi. Il nordismo però non è morto, non può morire per il semplice fatto che il nord è la regione avanzata del paese e per sopravvivere deve un minimo difendersi.
Difendersi con maggior forza implica una chiarezza di idee che ancora manca e che aspetto si compia rapidamente riflettendo apertamente sui fallimenti trentennali.