Sala chiede il voto disgiunto. Sai come si fida della sua squadra…

di Davide Redolfi – Il sindaco uscente, Beppe Sala, ha chiesto ai milanesi il voto disgiunto. Prima votate me poi anche altri partiti, altre liste. A dirla tutta, se fossi un elettore milanese o, peggio ancora, uno in lista con Sala, mi sentirei offeso nella dignità, nell’orgoglio. Un’offesa all’intelligenza dei milanesi.

Ma come, si sono dati da fare per la listona dei riformisti, mettendo dentro tutto e il suo contrario, centralisti, indipendentisti, socialisti, oggi specie politica vivente, e poi arriva il sindaco del centro storico, in camicia bianca, a dire che si può anche votare per la destra o la sinistra che tanto fa uguale.

Certo, su questo gli si può dare ragione. Trovare le differenze è un rompicapo. Litigano sulle case popolari, sulle municipalizzate svendute o da svendere, parlano a vanvera delle periferie mentre quando sono a Roma hanno occhi solo per Reggio Calabria. Va beh, abbiamo capito.

Per quel che posso sperare, è che i milanesi questa volta facciano quello che non hanno avuto il coraggio di fare fino ad ora. Svoltare. Riconoscere che Milano è una capitale, non un capoluogo. Che la centralità di questa città in Europa, nella politica, nella cultura, nei servizi, è capofila e visionaria. Sempre più avanti di una spanna.

Milano non si sniffa, non si tira, non si fuma, non si beve. Milano la si ama. Noi siamo con Paragone Sindaco. Grande Nord è e resta la sola bandiera libera di questa campagna elettorale milanese. Né con gli invasori né con i traditori.

 

 

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