Rovigo, 100 rumeni con la pensione di cittadinanza ma senza requisiti

I Finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo hanno denunciato alle competenti Procure della Repubblica 100 cittadini di nazionalità rumena, i quali hanno indebitamente percepito la Pensione di Cittadinanza in quanto privi del requisito di “residenza” previsto dalla L.26/2019. Proseguendo su un percorso investigativo già consolidato in materia di Reddito di Cittadinanza, le Fiamme Gialle hanno individuato ulteriori posizioni di soggetti che irregolarmente hanno fatto ricorso all’ormai diffuso sistema connotato dalla dolosa consapevolezza che tutta la procedura di richiesta del sussidio poggiava su un sistema di autocertificazioni, le cd. DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica), contenenti dati inesatti o falsi. I Finanzieri della Tenenza di Occhiobello e del Gruppo di Rovigo, mettendo in relazione tutte le informazioni rivenienti dalle circa 100 Banche dati a disposizione, hanno esaminato la posizione di una vasta platea di persone che hanno avuto accesso alla Pensione di Cittadinanza destinata ai nuclei familiari composti solo da ultra 67enni ovvero anche da componenti di età inferiore qualora disabili o non autosufficienti.

La misura della Pensione di Cittadinanza, a differenza dell’omologo Reddito di Cittadinanza, rappresenta una misura di sostegno “permanente” che può decadere esclusivamente con la perdita dei requisiti (decesso del percettore o perdita della residenza nel territorio dello Stato). Procedendo nel percorso di analisi, i finanzieri hanno intercettato numerose condotte illecite poste in essere da una platea di persone che hanno dichiarato il falso pur di ottenere illegalmente il sostegno. La peculiare attività eseguita ha permesso di rilevare la presenza di soggetti che hanno “strumentalmente” assunto la residenza anagrafica sul territorio dello Stato Italiano in prossimità della richiesta di ottenimento della Pensione di Cittadinanza. A seguito dell’incrocio delle informazioni reperite, è stato possibile accertare il rilevamento della carenza dei requisiti prescritti e, quindi, l’indebita percezione del beneficio in parola, in quanto è emersa la sistematica “non” corrispondenza al vero delle dichiarazioni e delle informazioni poste a fondamento della domanda di ammissione alla Pensione di Cittadinanza (aver risieduto in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in modo continuativo).

 

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