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Roma rende navigabile il Tevere. Bernardelli: Noi che aspettiamo? Rendiamo navigabile il PO, è il grande progetto di Umberto Bossi!

Fiume_Po

di ROBERTO BERNARDELLI – Roma, sì, avete letto bene, Roma! Vuole rendere il Tevere navigabile. Hanno ragione. Sono i lombardi a non capire che il Po, il più grande fiume del paese, attende da decenni di essere protagonista del trasporto!

Roma ora vuole “sviluppare iniziative concrete per rendere finalmente navigabile il fiume, per migliorare la tutela ambientale delle aree limitrofe e per assicurare la fruibilità dei barconi storici”, fa sapere l’assessore all’Ambiente di Roma Paola Muraro su Fb. “Il culmine di questo lavoro risiedera’ nella creazione di un Parco del Tevere ad hoc per Roma Capitale”, aggiunge l’assessore. E noi? Che facciamo? Stiamo qua a guardare?

Rendere il Po di nuovo navigabile, avere una infinita via acqua Milano-Venezia per il trasporto delle merci è da sempre il sogno di Umberto Bossi: «Portare le industrie della Lombardia al mare», affermava nel secondo governo Berlusconi l’allora ministro per le Riforme.

Il progetto, seguito dall’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo) e dalla Regione Lombardia in collaborazione con il ministero alle Infrastrutture e ai Trasporti, prevedeva due grandi opere: cinque dighe sul Po, l’adattamento del canale delle Muzza (900 milioni di euro) per collegare Truccazzano (Milano) e Pizzighettone (Cremona) e raggiungere così il Grande fiume attraverso il canale navigabile già esistente. Allora a sovrintendere il progetto c’era il vice ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Castelli. Spiegava in quei mesi Castelli: “Non siamo nemmeno al progetto preliminare però stiamo lavorando su questo tema che un grande sogno di Milano da tantissimo tempo e che Umberto Bossi vorrebbe tradurre in realtà”.

 

Anni dopo, Bossi ai suoi continua ad avanzare quel sogno. Ma partendo, perché no,  da Locarno, per arrivare alla Darsena di Milano e proseguire sul Po fino all’Adriatico. “È vero, ci penso da anni. Navigare da Locarno a Milano. Con la possibilità di arrivare fino a Venezia. Adesso tocca all’economia e alla politica scendere in campo perché il sogno diventi realtà”, aveva affermato mesi fa partecipando ad un viaggio sul .battello sul Naviglio all’altezza di Trezzano sul Naviglio  fino ad attraccare in Darsena a Milano.

Si svolse persino un convegno,  all’ex Fornace in Alzaia Naviglio Pavese: «Navigando dalla Svizzera alla Lombardia. Un sogno realizzabile». C’erano Paolo Grimoldi e Davide Boni, l’Agenzia Interregionale Po,  l’assessore regionale alle Infrastrutture e a moderatore  Roberto Castelli.

Insomma, il sogno di Bossi è la Locarno-Adriatico. Spiegava Castelli all’evento:  «Ci sono due progetti collegati tra loro. Il primo riguarda la navigazione turistica da Locarno alla Darsena di Milano con battelli piccoli, con una portata massima di 50 persone. Un tragitto che collega la Svizzera al lago Maggiore fino a Milano. Oggi non è possibile fare in battello tutto il tragitto, servono ancora una serie di lavori, un intervento sulla diga del Panperduto. Il costo? Circa 300 milioni di euro».

Castelli, aggiungeva anche che «il secondo progetto è enormemente più importante dal punto di vista strategico: far arrivare dall’Adriatico a Truccazzano, alle porte di Milano, piccole navi lunghe 100 metri e larghe 12 metri. I lavori si dovrebbero concentrare in particolare nel tratto che va da Cremona a Truccazzano. Il progetto, se realizzato, potrebbero creare enormi vantaggi dal punto di vista dell’economicità dei trasporti ma soprattutto un’enorme riduzione dell’inquinamento in Pianura Padana, area sempre sotto scacco dell’Unione europea. Ognuna di queste navi toglierebbe dalle strade 40 autotreni».

L’ex ministro infine, ricordava che «il progetto di navigabilità dall’Adriatico a Truccazzano è già stato recepito dall’Unione Europea come linea di interesse strategico: è inserito nello stesso pacchetto di infrastrutture che comprende i corridorio ferroviari Lisbona-Kiev e Genova-Rotterdam. Ma dal 2011, da quando il centrodestra non è più al Governo, il progetto è stato congelato, anche se già parzialmente finanziato. Serve un miliardo di euro per realizzare i lavori da Cremona a Truccazzano. Una cifra che può sembrare alta ma non lo è considerando quanto sono costate altre infrastrutture: il Mose è costato 5 miliardi di euro, la Salerno-Reggio Calabria 11 miliardi». (fonte Il Giorno).

Allora, cosa aspettiamo?

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