Roma e il Nord: sfruttatori e sfruttati oggi vanno a braccetto?

roma onetodi MARCELLO RICCI – Roma è ladrona e strafottente. Incurante di ogni giustizia contributiva, continua a tassare  i cittadini per mantenere lazzaroni  per di più altezzosi. Il Nord, gallina che depone uova d’oro, il Nord che mantiene gli italioti, la questione settentrionale, è in fondo la storia di moltissime famiglie che hanno un congiunto parassita di professione. La scusa unica, perpetuata da tempi ormai antichi è la questione meridionale accettata come un male incurabile. I mali incurabili hanno un loro definitivo e finale epilogo, ma questo no, si cronicizza si perpetua restando malanno e incurabile. Lo straordinario in questo perenne sfruttamento è che sfruttati e sfruttatori vanno a braccetto felici dei rispettivi  ruoli.  Certo che gli ingranaggi del malaffare risultano sempre molto complessi. Difficile capire chi tradisce il proprio suolo il proprio sangue . In cambio di un ruolo, di una notte di potere?
Giorno verrà,  il GRANDE NORD si proponga come sostituto d’imposta non per versare a Roma Capitale non quanto ha raccolto , ma solo il dovuto per quanto ricevuto. La Padania è disponibile a pagare la propria quota condominiale calcolata con i giusti millesimi, ma non a pagare anche per i morosi, come sistematicamente avviene.  Chi ha buchi di bilancio tassi i propri cittadini e non metta le mani nelle casse degli altri .
 “ Paesanuzzi” siculi e di ogni altra regione inefficiente è chiaro il discorso?
I sindaci hanno il dovere di difendere i diritti dei cittadini e di proporsi come sostituti d’imposta; prima di versare a ROMA Ladrona trattino con i Buzzi e Carminati il giusto obolo .
La libertà del GRANDE NORD si conquista con una rivoluzione che non può che essere tributaria. Non deve scorrere una goccia di sangue ma deve essere arrestato il flusso di denaro verso le casse romane.
Un minimo di coraggio. E’ anche vero che come il Manzoni disse di  don Abbondio “ il senso del bene e del male è oscurato, e il mondo è guardato giudicato attraverso di un’atmosfera viziata. Il demonio del potente è l’orgoglio; il demonio del debole è la paura. La contraddizione fra il suo dovere e la sua paura genera una situazione di un comico tanto più vivace, quanto più egli cerca di dissimularla. “
Un gesto di indipendenza sul piano tributario può innescare un meccanismo moltiplicativo che come valanga frantumerà il potere di Roma.
 
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