di Monica Rizzi – In un evento culturale estivo ospitato a Cortina d’Ampezzo, Carlo Cottarelli, l’ex responsabile della spending review, sosteneva che il male da estirpare prima di tutto è la burocrazia. Cioè l’apparato che governa in silenzio. Ha ragioni da vendere. Persino il dossier Caritas l’altro giorno ha evidenziato che accanto al pane che manca il problema di chi chiede aiuto è liberarsi dallo strangolo statale della burocrazia.
Cottarelli aveva indubbiamente centrato il cuore del problema. E lo ribadiva.
Il governo ha in programma di rendere leggero questo Stato? Non ci pare. La priorità è sfornare decreti sicurezza. Importanti, ma da soli producono solo facile e immediato consenso. Non cambiano la struttura centrale e periferica dell’Italia,che resta centralizzata e vincolata al potere delle seconde file nascoste negli uffici. Veri plenipotenziari, dominus dei processi di blocco dei cambiamenti.
Altro che autonomia, federalismo, poteri alle regioni. I garanti che conservano lo status quo e garantiscono ai politici lunga vita purché nulla cambino, restano al loro posto, a tempo indeterminato. Sono parte di quell’esercito di pidocchi che ci costa la conservazione dello Stato così com’è.
Monica Rizzi – Segretario federale organizzativo Grande Nord