Rizzi: Priorità residuo fiscale e autonomia. O no?

di Monica Rizzi – C’è un paese che soffre, imprese che non hanno sostegno. Che chiudono. C’è un Nord che ha subito la prima e la seconda ondata con una violenza inaudita. C’è un residuo fiscale di 56 miliardi di euro solo in Lombardia ma apprendiamo dalle affermazioni di uno dei due vicepremier del neo governo, che il ponte è la priorità del Paese. D’altra parte non è una cosa nuova.

Nel dicembre 2020 avevamo messo in archivio questa affermazione inequivocabile:  “Inseriamolo, questo benedetto ponte, nel futuro del paese, per unire il paese da nord a sud”.

In campagna elettorale, del ponte che dovrebbe unire da Nord a Sud, al Nord non se ne è sentito parlare. Chissà perché. Forse perché i ponti da costruire al Nord sono altri, fisici, economici, politici. Ponti macroregionali, in cui la macroregione Nord dialoga e agisce con avanzata autonomia con altre macroregioni d’Europa.

Il ponte sullo Stretto non è la garanzia matematica di autonomia, di federalismo, di responsabilità di spesa, di regionalismo differenziato. Semmai è l’opposto. Non è un ponte che può rifare uno Stato. Uno Stato diverso, delle autonomie e delle macroregioni, di ponti ne può costruire quanti e vuole. Se è Roma che decide come e quando, è purtroppo un altro discorso.

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