di Monica Rizzi – Proprio a Varese all’assemblea degli industriali il presidente di viale dell’Astronomia ha affermato che non ci sono le condizioni per la flat tax e per le pensioni anticipate. Proposta, come è noto, di un partito in caduta libera che ha sede a Milano.
Sommessamente va ricordato che la pressione fiscale è un cappio che più si fa assistenzialismo al Sud, più si tira e strozza chi al Nord genera risorse. Se non si è d’accordo su questo non si va da nessuna parte. Se Roma redistribuisce, anzi, restituisce le risorse fiscali del Nord sui territori che hanno pagato per chi non lavora e spesso, generando lavoro nero in molte zone del Paese, possiamo voltare pagina. Se Roma non lo fa, continuano a ballare in cassa 120 miliardi di euro. E si può andare avanti all’infinito senza trovare soluzione.
Umilmente ricordiamo a Confindustria che proprio al Nord che produce e fa Pil, e quindi fa da volano a tutto il sistema di welfare, non torna indietro quasi nulla.
Diversamente, la Padania non avrebbe bisogno di chiedere risorse per eventuali prepensionamenti. I lavoratori e le lavoratrici potrebbero serenamente andare in pensione senza gravare su nessuno. Invece, così, devono aspettare i 70 anni per andare in pensione o per morire con pensioni da fame.
Non si possono accettare soluzioni da mancetta elettorale come quelle che abbiamo ancora sentito tipo “mille euro a tutti”. Con quali soldi e di chi?
Il Nord ha tutte le risorse disponibili per agire, rendere giustizia sociale ai nostri cittadini.
Il federalismo sarebbe così a portata di mano. Figuriamoci se l’autonomia fosse già operativa… Chiediamoci perché ancora non ce l’abbiamo e perché chi è stato eletto al Nord non ha lottato per conquistarla, in cambio di promesse per la Calabria e altre regioni. Che poi non si sono neppure fidate delle promesse di chi tradisce a casa propria.
Monica Rizzi, responsabile organizzativo federale Grande Nord