di CORRADO CALLEGARI – Prima hanno preso i voti, poi hanno voltato le spalle ai più disperati. E così, le vittime dei diversi fallimenti bancari, specialmente al Nord, si sono visti passare davanti i tanti promessi rimborsi, dato che la norma prevede solo un rimborso del 30 per cento che verrà dato agli azionisti che “hanno subito un danno ingiusto riconosciuto con sentenza del giudice o con pronuncia del’arbitro”. E cioè, denuncia l’associazione delle vittime, “niente di più e niente di meno di quanto non avesse già fatto il Pd”.
Ed ecco la sostanza, la polpa dimenticata dalla manovra del popolo.
Secondo l’Associazione l’impatto sui risparmiatori delle quattro banche (Etruria, Carife, Marche e CariChieti) e delle due Venete è quanto segue:
- OBBLIGAZIONISTI (con rapporto negoziale diretto ovvero che hanno acquistato i titoli direttamente dalle banche) sia delle 4 banche che delle banche venete: praticamente non si è fatto nulla di nuovo perché si applicano semplicemente gli strumenti che aveva messo in piedi il vecchio governo; quindi rimborso forfait o arbitrato da liquidare tramite il Fondo interbancario di tutela dei depositi, ma sempre vincolati dai medesimi paletti (reddito Irpef e data di acquisto). Inoltre, nonostante le cose promesse in campagna elettorale, chi aveva ricevuto il suo 80% non potrà certo aspirare di recuperare il restante 20.
- OBBLIGAZIONISTI CON RAPPORTO NEGOZIALE INDIRETTO: In generale potremo dire che gli obbligazionisti esclusi dai rimborsi dal precedente governo, rimangono esclusi anche dal nuovo: coloro infatti che avevano comprato da intermediario non sono stati presi in considerazione, quindi non avevano ottenuto niente prima, e neppure adesso. Ma occorre ribadire che la discriminazione tra truffati in questa vicenda non ha senso in quanto, anche a seguito delle audizioni in Commissione d’Inchiesta, è apparso con evidenza a tutti che la truffa è stata di sistema e non allo sportello.
- AZIONISTI: Ristori parziali del 30% nella misura massima di 100mila euro, a cui poi andranno decurtati tutti i dividendi storicamente percepiti, e questo contribuirà ad abbassare sensibilmente il valore del rimborso, ma non solo: accettando queste cifre rinunceranno automaticamente a qualunque altra pretesa di rimborso di quanto perso in seguito ai crack.
Cade insomma il mantra delle ‘restituzioni totali’: “il ristoro arriverà solo fino al 30% di quanto perso, e comunque fino a un massimale di 100mila euro”. I risparmiatori, beffati per la seconda volta, affermano: “tanto si proclama come Governo del Cambiamento” che l’impegno “sarebbe dovuto essere quello di mettere in discussione i decreti incostituzionali di risoluzione delle 4 banche e delle 2 venete emanati dal PD alla Corte Costituzionale, costringere le banche che hanno acquistato ad 1 euro a metterci i soldi per rimborsare tutti, sarebbe dovuto essere quello di punire i responsabili compreso Banca Italia e Consob, invece alla fine, al netto della propaganda si seguono le orme del PD. Non solo: lasciare ancora gente a zero a fronte ai tanti soldi stanziati a favore dei media è deleterio e sconfortante al pari dell’azzeramento stesso”.