di ROBERTO BERNARDELLI – Bene! Il governo ha trovato il modo per cancellare dai libri di storia la questione meridionale. Ha davvero trovato il sistema per sconfiggere la disoccupazione, la povertà e finalmente dare al Sud la possibilità di alzare il proprio Pil. E per farlo ti paga, anzi, ti strapaga col progetto “Resto al Sud”, iniziativa dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia.
E cosa accade per chi decide di restare al Sud? Vediamo. In più, lo anticipiamo, il reddito di cittadinanza lo puoi anche cumulare ai benefici che già incassi.
Leggiamo papale papale dal sito.
“Quasi 2.200 progetti d’impresa approvati, investimenti per 145 milioni di euro e 8.300 nuovi posti di lavoro previsti”. La premessa è chiara: previsti!
“Questo è il biglietto da visita di Resto al Sud ad un anno dalla partenza. Gli incentivi per i giovani imprenditori del Mezzogiorno, lanciati il 15 gennaio 2018, hanno compiuto il primo giro di boa con risultati positivi e con la prospettiva di un’ulteriore crescita in termini di impatto sul territorio”. Infatti è stato il governo Gentiloni, alla vigilia del voto, a far partire i contributi a fondo perduto.
Poi il sito fa lievitare cifre e posti di lavoro promessi. Pardon, “previsti”. “In dodici mesi sono state 16.200 le domande inserite sulla piattaforma web di Invitalia (di cui 5.700 completate e inviate) con una richiesta di agevolazioni pari a 176 milioni di euro, in grado di innescare investimenti per 373 milioni e di creare potenzialmente quasi 21.000 posti di lavoro. L’investimento medio per impresa è di 66.000 euro, a fronte di un contributo medio richiesto di 31.000 euro”.
Ma il regalo non è finito qui. Se vuoi aprire una attività, tutto al Sud ti è dovuto. “Il primo anno di vita di Resto al Sud è stato accompagnato da diverse iniziative per favorire la presentazione delle domande e assicurare la massima trasparenza ai proponenti. Oltre a una procedura tutta digitale per inviare la richiesta di finanziamento, Invitalia ha creato una rete di 144 partner accreditati (enti, università, associazioni) che in ogni regione offrono assistenza gratuita per mettere a punto il progetto di impresa.
L’Agenzia ha inoltre assicurato tempi record di risposta – inferiori ai 60 giorni previsti – per la valutazione dei progetti, e ha realizzato un’apposita App gratuita per smartphone e tablet, con la quale ogni richiedente può controllare in tempo reale lo stato della propria domanda.
Da segnalare anche la collaborazione di Invitalia con il mondo bancario: sono 79 gli istituti di credito convenzionati, con oltre 4.100 sportelli distribuiti nelle diverse regioni”.
Ma non finisce qui….
“La Legge di Bilancio 2019 prevede l’estensione degli incentivi agli under 46 e ai professionisti. Le novità saranno operative con l’emanazione delle disposizioni attuative per la gestione degli incentivi. Pertanto sarà a breve consentita, anche per i nuovi destinatari delle agevolazioni, la presentazione delle domande sulla piattaforma on line di Resto al Sud”. Le banche convenzionate sono territoriali. Ma non mancano Carige (sì, Carige…), Unicredit e Montepaschi.
Se siete del Nord, avete meno di 46 anni e volete aprire una impresa da zero, provate a bussare alle banche convenzionate e vedere cosa vi rispondono.
Ve lo dico io. Vi risponderanno che non avete diritto a nulla di tutto questo perché “Le agevolazioni sono rivolte agli under 46 che:
- sono residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia al momento della presentazione della domanda
- trasferiscono la residenza nelle suddette regioni dopo la comunicazione di esito positivo
- non hanno un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento
- non sono già titolari di altra attività di impresa in esercizio
- (per i liberi professionisti): non risultano titolari di partita IVA , nei dodici mesi antecedenti alla presentazione della domanda, per lo svolgimento di un’attività analoga a quella per cui chiedono le agevolazioni
Mi faccio e ci facciamo una domanda: sono tutti requisiti che si avvicinano a chi può avere diritto al reddito di cittadinanza. Sicuri sicuri che non ci sia il diritto di cumulo?
Altro che se c’è! Ecco qua…. Dal Sole 24 Ore, bello bello spiegato al meglio:
“Il decretone prevede per il reddito di cittadinanza una serie di cumulabilità con sgravi e strumenti di sostegno al reddito. Obiettivo: spingere verso l’occupabilità i percettori dell’assegno. A chi assume al Sud a tempo indeterminato
un percettore di Rdc under 35 o senior disoccupato da almeno 6 mesi spetta un doppio incentivo: le mensilità di reddito (da 5 a 18) e il bonus Sud (sgravio al 100% fino a 8.060 euro l’anno). In caso di avvio di un’attività autonoma al Sud oltre a 6 mensilità di Rdc (nel limite di 780 euro mensili), agli under 45 spetta anche l’incentivo “Resto al Sud” (35% a fondo perduto, 65% finanziamento bancario). Il Rdc è compatibile con Naspi e con ogni strumento di sostegno al reddito per la disoccupazione involontaria (limite 780 euro). Si può sommare anche alla Dis-coll (indennità di disoccupazione). Il reddito di cittadinanza è cumulabile anche con l’assegno di ricollocazione che vuole favorire la riqualificazione e il reinserimento dei disoccupati”.
Che aspettate ragazzi del Nord, cambiate residenza. Accumulate più che potete!