di MARIO DI MAIO – Se, dopo avere “straperso” Renzi si fosse tolto dai piedi come promesso, e si fosse adoperato per far votare il Paese come richiesto all’ unanimita’ il Pd avrebbe lasciato dignitosamente il governo e a palazzo Chigi sarebbe rimasto lui stesso per l’ ordinaria amministrazione, fino alle elezioni. Inoltre avrebbe firmato come “atti dovuti” i provvedimenti eccedenti l’ ordinaria amministrazione non rinviabili. Viceversa, non sapendo “perdere”, con l’ incredibile complicita’ di Mattarella, ha “nominato” premier il povero Gentiloni, pensando di poter meglio organizzare da subito la propria “strarivincita”. Sicche’, dopo avere scassato l’ Italia favorendo a dismisura l’ immigrazione clandestina con il conseguente aumento esponenziale della criminalita’ extracomunitaria, e con l’ aumento del debito di ben 40 miliardi, e’ riuscito a scassare definitivamente anche il suo partito, che nei prox.gg. subira’ almeno una scissione. Ovviamente la credibilita’ all’ estero dello stesso Gentiloni, altro esponente Pd, si e’ ulteriormente indebolita giusto al momento delle trattative con l’ U.E. per la “manovrina”. Quello che tuttavia che tuttavia meraviglia e’ l’ accanimento “terapeutico” con cui in particolare Corriere, Repubblica, tg3 e la7 “approfondiscono” la crisi del partito che privilegiano rispetto a quella di un’ Italia alla canna del gas. E cosi’ quotidianamente Bersani, D’ Alema, Prodi e compagnia perdente continuano a propinarci opinioni e soluzioni prive di significato oltre che di interesse. E si parla anche di andare al voto nel ’18.