Renzi… Bersani… Emiliano, due Italie all’opera

ITALY-POLITICS-VOTE-PARTY-COMBOdi SERGIO BIANCHINI – Il mio schema interpretativo che vede agire nel profondo, dietro le convulsioni politiche e ideologiche, la realtà delle aree territoriali italiane funziona ancora. Renzi tiene duro e vuole assolutamente mantenere il PD sulla nuova linea del centronordismo. Continua a dire no alle suggestioni sentimentali a cui il centrosudismo ci ha abituato.  Emiliano ha definito Renzi “anaffettivo” perchè, da buon trasformista meridionale, non riesce a comprendere la coerenza e alla fine rimane attaccato a chi comanda.

Rossi e Bersani invece danno prova di maggiore coerenza e stanchi di essere ignorati e poco o niente riveriti decidono di uscire e costruire una propria organizzazione. In loro un poco dello stile piemontese, toscano, emiliano del vecchio PC è rimasto e con esso la dignità, anche se la proposta politica è nulla. Infatti sono per la continuazione del vecchio gioco della “difesa della nostra gente” cioè delle categorie storiche supportate dal vecchio centromeridionalismo : sud, statali, sindacato delle grandi aziende, ultimismo cattocomunista. Bersani è persino patetico quando per dare forza alle sue tesi invoca la paura ( loro si ce l’hanno davvero) della destra che avanza.

Ma sulla natura del disastro Italico attuale non sanno dire nulla e quindi non hanno cure. Ripetono solo che il divario tra ricchi e poveri è aumentato e che le risorse per mantenere la politica del “ti darò di più” si trovano nella caccia agli evasori e nell’ulteriore tassazione dei ricchi. Quindi c’è solo lo schema tradizionale, quello che negli ultimi 40 anni ci ha portato progressivamente allo sbaraglio.

Il nord non viene nominato eppure è il convitato di pietra di tutta la situazione che, con il volto esangue di Fassino, invoca la continuità impossibile e la quiete. Ma la quiete non può esserci perchè i soldi sono finiti e la chiusura dei rubinetti del finanziamento statale al centrosud piangente e minacciante è ineluttabile. Fuori dal PD e dal suo dissenso ancora civile il sud sta agitandosi più sinistramente con Sinistra Italiana e De Magistris che si muovono con linguaggi sempre più catastrofici  e minacciosi verso l’impossibile. Ma l’impossibile è già morto nell’esperienza sovietica e non può rinascere.

A questo punto lo spazio per il nord è in forte aumento. Io ho già detto più volte che con il centro filonordico ( cioè Renzi) bisogna trattare. Proponendo cose semplici e fattibili come la costituzione di macroregioni tanto per iniziare. E chiedendo di mettere fine al prelievo di africani. In cambio il nord potrebbe favorire la stabilità politica che altrimenti scomparirà totalmente con avvenimenti anche sconvolgenti. Berlusconi potrebbe inserirsi, assieme alla Lega, in queste evenienze.

Il tocco da maestro sarebbe nella costituzione delle tre Forza Italia, che darebbero, con Forza Nord, Forza Centro e Forza Sud energia e flessibilità ad una strategia politica nuova e adatta alla situazione.

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