Regionali, Salvini-Meloni: è sfida su leadership a destra

Tra le partite che il voto del 20 e 21 settembre apre, al di la’ della sorte delle Regioni e del Referendum , anche la sfida non dichiarata tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. I numeri uno di Lega e Fratelli d’Italia si giocano la leadership del centrodestra ma sotto traccia. Certo i voti ottenuti nel weekend, il consenso che si sposta da un partito all’altro soprattutto al Sud, il numero di governatori conquistati o persi saranno alla base di una attenta valutazione che un domani potrebbe portare a rivendicare la guida della coalizione.

A maggior ragione se le Regionali dovessero chiudersi con un successo per l’opposizione E se i numeri fossero a favore di Fdi, Giorgia Meloni ora avrebbe piu’ chance di spodestare il ‘capitano’ che un anno fa sognava i ‘pieni poteri’. Un duello fra quarantenni con livelli di difficolta’ diversi tra loro. Salvini si gioca (quasi) il tutto per tutto, specie dopo la sconfitta a gennaio in Emilia-Romagna. Anche stavolta la scommessa e’ tutta su una regione: la Toscana storicamente ‘rossa’ e’ la meta piu’ difficile, ma anche la conquista che farebbe gridare al ‘Bingo!’ in caso di vittoria.

La partita e’ in salita ma un successo di Susanna Ceccardi, giovane ‘pasionaria’ della Lega contro Eugenio Giani del Pd, darebbe la rivincita al partito di Salvini, e a lui stesso, archiviando cosi’ il flop di Lucia Borgonzoni a Bologna. Del resto da li’ il segretario sembra aver imparato: niente ‘citofonate’ e meno presenzialismo ai danni della candidata in Toscana e nel resto della campagna elettorale.

Per Meloni la strada e’ piu’ in discesa. Forte del crescendo di consensi che gode il suo partito dalle europee di maggio 2019, la leader romana potrebbe avere parecchio da guadagnare. Con i suoi candidati Francesco Acquaroli e Raffaele Fitto punta sulla doppietta Marche-Puglia, diventate contendibili. E se le strappasse entrambe, porterebbe cosi’ a 3 le regioni targate FdI, dopo l’Abruzzo di Marco Marsilio. Lo stile scelto dalla Meloni e’ cambiato: tutta coerenza e fair play ripetuto a ogni occasione. Intanto Silvio Berlusconi, superata la prova Covid, resta piu’ in ombra e osserva la sua Forza Italia cimentarsi in una difficile prova. Nella campagna elettorale ognuno si e’ speso, ma i numeri azzurri si prannunciano di minore peso rispetto al resto della coalizione. E il voto del 20 e 21 settembre potrebbe certificare ancora un ruolo piu’ marginale di Forza Italia, ma anche una sua posizione da ago della bilancia in grado di mantenere gli equilibri.

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