di Roberto Bernardelli – Non hanno capito che fosse una pandemia. Hanno detto che le mascherine le dovevano usare solo i medici e i positivi. Ora ci dicono come andrà. “La curva sta rallentando e tra poco comincerà a scendere di nuovo ma si allungherà nel tempo, rispetto a quella della prima ondata in quanto abbiamo più casi, diffusi sull’intero territorio nazionale, diagnosticati anche molto meglio, grazie ad una attività di test in continua crescita. E non ci dimentichiamo che siamo appena all’inizio della stagione invernale”. Lo afferma Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms, in un’intervista al Corriere della Sera. “L’Italia ha messo in piedi un monitoraggio molto articolato, basato su indicatori complessi, alimentati dal flusso di informazioni che le Regioni trasmettono a una cabina di regia formata dal ministero della Salute, dall’Istituto Superiore di sanita’ e dalle stesse Regioni. Un meccanismo analitico che non tutte le organizzazioni sanitarie possono permettersi”, osserva Guerra, secondo cui il meccanismo non è farraginoso.
Forse però a molti cittadini sfugge la ratio per la quale la Campania abbia cambiato zona e colore dopo che il governatore aveva annunciato un lockdown due settimane prima. E dopo gli assembramenti sul lungo mare come fosse normale violare le disposizioni perché c’è il sole.
Ancora non si comprende come mai vi siano regioni che non hanno fatto partire la campagna anti-influenzale, non abbiano potenziato la medicina di territorio…
“Alle Regioni vengono richiesti dati ordinari, ma di qualità e inviati tempestivamente. Il problema è che la comunicazione in questo momento iniziale ha cadenza settimanale. Per essere ancora più efficace, la frequenza di invio e analisi dei dati dovrebbe essere più elevata, almeno due volte alla settimana”, spiega Guerra.
L’Oms e il Comitato tecnico scientifico ci possono far sapere chi fa il proprio dovere o lo dobbiamo scoprire la sera prima nella conferenza stampa di Conte?
“Le Regioni che non riescono a fornire i dati nei tempi giusti vengono assegnate automaticamente a una zona critica. A mio parere, anziché metterle in chiusura immediata, sarebbe più opportuno aiutarle”. Concordo. Cambiando guida politica però, caro Guerra. Mettendoci i competenti, non quelli messi in lista perché hanno manifestato lealtà al capo bastone.
Per Guerra, infine, “bene che vada sarà un Natale sobrio, anche se i numeri dell’epidemia migliorassero. Sarebbe un grosso errore lasciarsi andare, come e’ avvenuto in estate”, avverte. “Il quadro è molto chiaro. Il virus si trasmette grazie ai contatti interumani. O li limitiamo spontaneamente con il senso di responsabilità a cui continuiamo a fare appello, oppure ci dovranno essere chiusure imposte con le conseguenze economiche e sociali che ormai conosciamo bene. Una scorciatoia non esiste”.
Io penso però che la via maestra sia il voto, la cabina elettorale. Mandare a casa chi ha distrutto. Mi pare la gente abbia ben chiaro chi sia stato. E chi abbia condannato le imprese a chiudere senza un piano economico di rilancio e messa in sicurezza.
Onorevole Roberto Bernardelli, presidente Grande Nord