Quegli spot in tv sull’Italia… Tutte cose nate prima dell’unità. Quando la civiltà non era statale

di Luigi Basso – In questi giorni bui e angoscianti, girano sui social alcuni video di propaganda italianista e sovranista che rappresentano in pieno tutti i luoghi comuni più assurdi del nazionalismo italico.
In questi video social scorrono immagini delle bellezze storiche e paesaggistiche italiche e la voce fuori campo, con sottofondo musicale, rimprovera in modo risentito, duramente, gli ingrati capi di governo occidentali (dalla Merkel a Trump, passando per Macron e Boris Johnson), poiché colpevoli di aver dimenticato l’enorme debito dei loro rispettivi Paesi verso l’Italia.

Infatti, secondo i nazionalisti italici, l’Italia avrebbe insegnato al modo l’alfabeto, le leggi, riempito i musei stranieri con opere d’arte inestimabili, permetterebbe ai turisti stranieri persino di poter ammirare il 70% del patrimonio artistico mondiale; insomma, per farla in breve, l’Italia sarebbe la colonna della civiltà occidentale.

Non manca ovviamente un passaggio enogastronomico: l’Italia avrebbe anche inventato le lasagne, i tortellini, la pizza, il vino, etc.
A riprova della superiorità dei lombi italici sono elencati, con orgoglio, i prodotti più famosi della riproduzione tricolore: Giotto, Leonardo, Tiziano, Cristoforo Colombo, Brunelleschi, Dante, Cesare, Pompeo.
Per questi motivi tutto il Mondo dovrebbe scattare in piedi quando gli italiani invocano aiuto, altrimenti, manco a dirlo, la civiltà umana sarebbe a rischio.

Questo cliché nazionalista non è affatto nuovo: già Mussolini, consapevole come D’Azeglio che gli italiani non esistevano, fu costretto a trovare il mito comune fondativo della Nazione nell’Antica Roma, con risultati catastrofici.
Il limite di questa ricostruzione è, peraltro, sempre lo stesso: i nazionalisti italici non si rendono conto che proprio questo tipo di propaganda è la miglior dimostrazione che lo Stato Unitario Centralista Italiano è la peggior gabbia che ha soffocato e soffoca l’ingegno dei popoli della Penisola.
Infatti tutti gli esempi di Italianità che i nazionalisti adducono sono, manco a dirlo, appartenenti ad epoche storiche in cui l’Italia non esisteva e neppure era pensata.

Verrebbe da domandare: ma prima del 1861, la pasta e il vino dove erano ?
Tanto per dire, Giotto era fiorentino, Tiziano era veneziano, Colombo genovese, Dante fiorentino, Cesare e Pompeo antichi romani, e così via.
Ma non dobbiamo essere troppo severi con i nazionalisti italici.
Ve li immaginate a dover montare un video “vero” ?

Come avrebbero potuto fare un video apologetico mostrando le stragi dei contadini del sud che erano seppelliti vivi perché accusati di essere briganti, le cannonate di Bava Beccaris sui milanesi, la tragedia della prima Guerra Mondiale con due generazioni di giovani mandati al massacro drogati dalla grappa, la marcia su Roma, il dramma del fascismo, delle Leggi Razziali, dell’alleanza con Hitler, la farsa dell’8 settembre, le stragi di Piazza Fontana, le bombe di Stato, i depistaggi, l’assassinio di Aldo Moro, le Brigate Rosse, l’Italicus, Ustica, gli scandali delle ricostruzioni dei terremoti, la strage di Capaci, l’assassinio di Borsellino e di tanti Giudici coraggiosi, Tangentopoli, Mani Pulite, la Mafia, etc. etc etc. ?

Ecco, appunto, allora meglio parlare dei maestri fiorentini e spacciarli per italiani, magari qualcuno ci casca ancora.

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