“Non credo nelle “piccole Patrie” e sono convinta che la Patria, quella vera, sia l’unico argine rimasto alla deriva mondialista e alla globalizzazione incontrollata”.
“No all’autonomia: porta alla secessione”: questo il pensiero espresso da Giorgia Meloni per ribadire la contrarietà al referendum in Lombardia e Veneto in una lettera aperta a Liberto Quotidiano. “Non mi sono chiare le finalità dei referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto e credo che non siano chiare a tanti italiani”, ha osservato la leader di Fratelli d’Italia, “la confusione nasce dalle diverse dichiarazioni degli stessi sostenitori dei referendum: alcuni parlano di un primo passo verso l’indipendenza, altri di una questione che riguarda solo la gestione delle entrate fiscali, qualcuno dice che è una battaglia per il Nord, altri che è un cambiamento per il bene di tutta l’Italia”.
“Non credo nelle “piccole Patrie” e sono convinta che la Patria, quella vera, sia l’unico argine rimasto alla deriva mondialista e alla globalizzazione incontrollata”, ha sottolineato la Meloni, “sono certa che i tecnocrati europei, la Bce, gli speculatori finanziari, i lobbisti e il grande capitale preferirebbero avere a che fare con le piccole Catalogne di tutta Europa piuttosto che con Stati forti e coesi. Difendere l’unità d’Italia vuol dire difendere la nostra identità, la nostra libertà e la nostra sovranità”.
La Meloni ha anche avvertito i promotori del referendum che dicono di voler ridurre le tasse in Lombardia e Veneto che “le rivendicazioni fiscali potrebbero non fermarsi a livello regionale, ma penetrare più in profondità. “Per quale motivo, ad esempio, gli abitanti della provincia di Milano dovrebbero condividere la loro ricchezza con quelli della provincia di Pavia che hanno un reddito pro-capite che è meno della metà del loro? E giusto che i milanesi paghino la sanità ai pavesi? Aprire il vaso di Pandora dell’interesse particolare può riservare sorprese inimmaginabili”. La leader di Fratelli d’Italia si è invece detta disponibile ad “aprire una discussione a livello nazionale per rivedere in modo unitario il grado di autonomia di tutte le Regioni italiane” come, ha osservato, “mi pare, nelle ultime dichiarazioni lasci intendere lo stesso Matteo Salvini”.