“Il giorno di mercoledì 13 corrente è destinato da S.M. l’Augustissimo Nostro Sovrano per dare alla VENETA NAZIONE la più generosa testimonianza della Sua Paterna affezione col ricondurre un prezioso monumento dell’antica gloria veneziana.
I quattro celebrati cavalli ch’esistevano sulla Chiesa di San Marco, ricordando i fasti di Enrico Dandolo, e che furono in non lontana dolente epoca rapiti all’onor Nazionale, ricompariranno ….”. Così si legge sul programma per la celebrazione del ripristino dei cavalli sulla Chiesa di San Marco che si trova sul volume “L’arte contesa nell’età di Napoleone, Pio VII e Canova”.Dopo diciotto anni di esilio francese, i cavalli erano stati rimossi dalla soldataglia francese il 13 dicembre del 1797, l’imperatore d’Austria Francesco I° riconsegna alla città di Venezia e alla Veneta Nazione uno dei tanti capolavori rapinati da Napoleone; fondamentale fu, in questo contesto, l’opera del grande scultore Antonio Canova; la giornata fu immortalata dal pittore vedutista Vincenzo Chilone in una delle sue opere più riuscite.
Ma tralasciamo in questa sede la questione relativa alla indecente rapina compiuta da Napoleone ai danni del patrimonio artistico veneto, una questione che non va comunque considerata chiusa, per soffermarci sul riconoscimento che l’imperatore Francesco I° fa al nostro popolo, ci chiama, giustamente, “VENETA NAZIONE” un riconoscimento che non mi risulta sia in seguito venuto né da Casa Savoja né tantomeno dall’Italia Repubblicana.
Poche righe più avanti si ribadisce il concetto parlando di “Onor NAZIONALE”; va altresì ricordato come ci furono da parte degli Asburgo altre attestazioni di rispetto nei confronti nella nostra nazione veneta: non a caso fino al 1848 la marina austriaca si chiamava ufficialmente “Imperial Regia Veneta Marina”, quella marina che sconfisse qualche anno dopo gli italiani a Lissa nell’indimenticabile 20 luglio 1866, in quella che è stata definita “l’ultima vittoria della Serenissima”…
Ma ritorniamo al concetto di “nazione” per ribadire come il Veneto abbia tutte le caratteristiche per definirsi, appunto, nazione; nei dizionari ci viene spiegato che nazione è un insieme di individui che, avendo in comune storia, lingua, territorio, cultura, si identifica in una comune identità.
E il Veneto possiede ampiamente le caratteristiche sopra citate e tante altre, e penso alle comuni forme di religiosità, al modello economico (il famoso modello veneto), ai millecento anni di indipendenza veneta; manca, in questo momento storico, la consapevolezza. Ma questa mancanza è il frutto di quasi centocinquantanni di unità d’Italia nei quali è stato fatto di tutto per annacquare la nostra identità veneta e il nostro senso di appartenenza al Veneto, nazione storica d’Europa.
Sono dinamiche che conosciamo e che hanno colpito altre nazioni storiche europee, pensiamo per esempio alla nazione catalana: nel tristissimo periodo franchista la lingua catalana era ridotta a dialetto minoritario, l’identità catalana era sistematicamente calpestata dal governo di Madrid; oggi, nella Costituzione della Catalunya, l’articolo uno parla di “La Catalunya, come nazionalità, esercita il suo autogoverno…” e oggi la nazione catalana sta lottando per riacquistare la propria indipendenza…
E tante altre sono le nazioni storiche d’Europa, dalla Scozia alla Bretagna dalla Baviera alle Fiandre che vogliono e devono ritrovare la giusta dimensione per risollevare la nostra vecchia Europa mortificata dall’essere diventata un’Eurolandia in balia di speculatori senza scrupolI.
gl’imperi hanno avuto vita lunga perché riconoscevano e rispettavano i popoli; anche le dinastie regnanti vediamo durare nella misura in cui rappresentano i popoli di riferimento che in esse si riconoscono… infatti il Regno d’Italia è durato all’incirca novant’anni, perché era posticcio e usurpatore… e la repubblica lo ha succeduto ne ha continuato i difetti e le incongruenze fondamentali, anche se nella carta ha cercato di nasconderlo…appunto, nella carta, ma la sostanza non è cambiata, anzi la vita politica ha provveduto a ingrovigliare sempre più le menzogne di un’unità che non è mai esistita se non nelle proclamazioni ufficiali e nei sussidiari scolastici, sfoggiando cecità nei comportamenti in eventi istituzionali e perfino affermazioni mendaci… Venne Napolitano a Venezia e Procuratie e palazzi intorno alla piazza San Marco furono nascoste da un immenso tricolore, un insulto alla città e ai Veneti… anticipazione visiva dell’affermazione sentita ultimamente in seno alla corte costituzionale: il Popolo Veneto non esiste!
Oggi diciamo con forza e convinzione: Viva la Veneta Nazione! Viva San Marco!
Concordo con Beggiato, ma rimarco tre cose:
1- I capolavori e tutto ciò che è stato trafugato e rubato a Venezia da parte della soldataglia napoleonica dovrà essere tema di contestazione e richiesta di restituzione da parte dello Stato Veneto alla Francia ricorrendo con qualsiasi mezzo a livello internazionale per ottenere il “maltolto”.
2- Il fatto che la consulta nella sua sentenza circa il referendum regionale Veneto…..etc…etc.. abbia negato
l’esistenza del Popolo Veneto e la possibilità democratica di effettuare un referendum dovrà essere
motivo di denuncia all’Alta corte di Giustizia per i diritti dell’uomo.
3- I Veneti esistono da oltre 3.000 anni e la loro antica lingua ” IL VENETICO” è risaputo anche a livello
internazionale. La Lingua Veneta è riconosciuta anche dall’UNESO, mentre lo stato italiota che ormai
è diventato un regime dispotico e antidemocratico non riconosce la lingua Veneta e ne proibisce
l’insegnamento nelle scuole del Veneto così come la storia della Serenissima.
Non ci sono altri commenti. L’indipendenza è diventata un obbligo prima di tutto morale e poi politico e
sociale poiché non viviamo più liberi in un paese libero ma in una prigione fiscale che opprime e distrugge tutto tanto che ormai anche i cechi e i sordi vedono e sentono in quale inferno sia diventata l’italia.
WSM sempre !!!!