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Bernardelli: chi diceva “Insostenibile peso tasse sul Nord, vacca grassa per chi non lavora”?

guerra delle vacche

 

di ROBERTO BERNARDELLI – E’ sempre tempo di appelli. L’ultimo del sindaco filosofo, Massimo Cacciari, era per salvare l’Europa, la scuola e la formazione… Ma prima ancora l’ex esponente del Pd aveva magistralmente affermato, sulle colonne del Corriere del Mezzogiorno, a proposito del rapporto Nord/Sud, che “Il peso che il Nord deve sostenere, e in particolare alcune regioni, per i conti generali del Paese, è un dato oggettivo. Non possiamo continuare a ragionare per medie: se attraversando un fiume profondo 5 centimetri c’è chi annega, quali medie vuole che reggano? La mia non è un’accusa rivolta al Sud: se nel Mezzogiorno si registra una diffusa evasione fiscale non è perché i meridionali sono più cattivi, ma perché lì una grande fetta dell’economia è in mano alla criminalità organizzata. Inoltre, non trascurerei il divario di reddito rispetto al Nord: se ci si trova in una condizione di profonda precarietà è ovvio che si pensa a sfamare prima se stessi che a pagare le tasse. Non lo dico per accusare, ma ci rendiamo conto che siamo seduti su un vulcano? E il Paese non va avanti solo sulle forze di Veneto e Lombardia»”.

Con onestà intellettuale il cronista, Angelo Agrippa, a questo punto incalzandolo, gli chiedeva se questa non fosse la nota questione settentrionale. Ecco la risposta:  “Le due questioni territoriali sono perfettamente intrecciate: fin quando le vacche sono grasse pago anche per gli altri e non c’è problema. Ma se chiudono dalle 40 alle 50 attività al giorno, come sta avvenendo al Nord, è chiaro che la condizione di sperequazione oggettiva, richiamata per anni da studiosi come i sociologi Luca Ricolfi e Ilvio Diamanti, diventa insostenibile”. Ne prendiamo atto. Tranne la Lega nazionale di Salvini, per la quale la questione non esiste più, per quanto ancora il Nord dovrà pagare per le poltrone dei politici rampanti?

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