Il mondo rischia carestie diffuse “di proporzioni bibliche” a causa dalla pandemia di coronavirus. E’ l’allarme lanciato dall’Onu, riportato dalla Bbc. Secondo David Beasley, capo del Programma alimentare mondiale (Pam), è necessaria un’azione urgente per evitare una “catastrofe umanitaria”. Un rapporto del Pam stima che il numero di persone che soffrono la fame potrebbe passare da 135 milioni a oltre 250 milioni. Quelli più a rischio sono in 10 Paesi colpiti da conflitti, crisi economiche e cambiamenti climatici.
All’inizio dell’epidemia, quando ancora non si immaginavano proporzioni pandemiche, si leggeva un bel servizio sull’Agi che dalla Bibbia a Camus, da Boccaccio a Manzoni, le “piaghe”, le pestilenze, le punizioni di Dio (o della Provvidenza) accompagnano da sempre il genere umano. Il racconto drammatico delle “dieci piaghe d’Egitto”, forse il passo più celebre dell’Esodo, riecheggia nell’incubo della peste declinato in chiave moderna da Camus, in chiave medievale, liberatoria e anticonformista da Boccaccio, in chiave religiosa (ma una religione più vicina al mondo protestante che alla Roma papale) da Manzoni.
In effetti è ancora così. Oggi gli untori sono i cinesi, un tempo era il topo il portatore del virus, oggi il pipistrello. Sul banco degli imputati il nostro stile di vita. “E come nel medioevo, indifferenti all’età dei Lumi, alla rivoluzione industriale e scientifica, in una parola alla “modernità”, i social sfornano a ritmi frenetici le più svariate ipotesi. Si va dall’animale vettore del virus, passato dal classico topo portatore di peste (in realtà erano le pulci del topo, ma i nostri antenati c’erano comunque andati vicino) alla ridda di serpenti, pipistrelli, persino gli esotici pangolini, di cui da settimane si parla come presunti colpevoli del nuovo contagio. E come nel medioevo, non si sa ancora con precisione “come” il virus colpisce, se solamente attraverso le goccioline del respiro (dagli starnuti in giù) o anche sulle superfici, persino dopo giorni. O addirittura via aria, con Hong Kong che rivive l’incubo del 2002 quando in un palazzo due persone rimasero colpite dalla Sars, si disse, per via dei tubi di scarico dell’edificio”.
Insomma, tra mito, tradizione e realtà, oggi il rischio del dopo Covid va oltre l’immaginazione.