di REDAZIONE
L‘industria italiana archivia il 2012 come il peggiore da oltre vent‘anni: i livelli di produzione toccano il fondo, il minimo dall‘inizio delle serie storiche ricostruite, ovvero dal 1990. Chiude con un -6,7% la produzione industriale del 2012. Una flessione che solo nell’ultimo trimestre ha lasciato sul terreno un 2,2% e che testimonia, insieme agli ultimi dati sul nuovo record di cassa integrazione, la pesante stagnazione in corso. Minimo il recupero messo a punto nel mese di dicembre rispetto allo scorso novembre, appena lo 0,4% in piu’. E la fotografia dell’Istat e’ negativa per tutti i principali settori: a dicembre cala la produzione di beni intermedi del 9,4%, quella dei beni di consumo, giu’ del 7,7%, l’energia del 3,7% e i beni strumentali del -2,5%. Flessioni che si amplificano nel confronto tendenziale; le diminuzioni piu’ ampie riguardano la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-16,8%), l’industria del legno, della carta e stampa (-11,4%), l’attivita’ estrattiva (-10,8%) e la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-10,7%). E non meglio andra’ nel 2013. Le previsioni elaborate dagli economisti di Confindustria certificano, infatti, un modesto incremento dell’attivita’ in gennaio, con un +0,2% su dicembre, e il delinearsi, nel primo trimestre dell’anno, di “una sostanziale debolezza dell’attivita’”. In gennaio resta a -24,9% il gap della produzione industriale dai livelli pre-crisi dell’aprile 2008.