Procura di Bergamo, concluse le indagini su Covid. Fontana, Conte, Speranza e altri nel registro indagati

La Procura di Bergamo comunica di aver concluso concluso le indagini nei confronti di 17 persone che hanno gestito la risposta alla pandemia da Covid-19. Le indagini, coordinate dalla Guardia di Finanza di Bergamo, sono consistite nell’analisi di una rilevante mole di documenti acquisiti o sequestrati, sia in forma cartacea che informatica, presso il ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanita’, il dipartimento della Protezione civile, Regione Lombardia, Ats, Asst, l’ospedale Pesenti-Fenaroli di Alzano Lombardo, oltre a migliaia di mail e di chat telefoniche in uso ai soggetti oggetto di indagini, oltre che nell’audizione di centinaia di persone informate sui fatti. Un’attivita’ complessa e che ha comportato delicate valutazioni in tema di configurabilita’ dei reati ipotizzati, di competenza territoriale, di sussistenza del nesso causalita’ ai fini dell’attribuzione delle singole responsabilita’. Ha inoltre consentito di ricostruire i fatti cosi’ come si sono svolti a partire dal 5 gennaio 2020.

La Procura di Bergamo comunica in una nota  sottolineando che “la conclusione delle indagini, com’e’ noto, non e’ un atto d’accusa”.

“Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un’Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid-19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni”. Lo scrive in un comunicato ‘#Sereniesempreuniti – Associazione Familiari delle Vittime Covid-19’, dopo la notizia della chiusura dell’inchiesta da parte della Procura di Bergamo sulla gestione dell’emergenza Covid-19 nei primi giorni di pandemia.

Tra gli indagati sono presenti l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza e l’attuale presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.

“Da sempre ci siamo battuti per la verità per i nostri cari – sottolineano inoltre gli esponenti del direttivo dell’associazione – nonostante l’omertà che ha sempre contraddistinto questa storia. Siamo andati avanti senza mai scoraggiarci nel percorso di memoria e di giustizia, confidando nella magistratura, e oggi non possiamo fare altro che ringraziare la dottoressa Rota, il suo team, e il Procuratore di Bergamo Antonio Chiappani”.

“Questa decisione non ci restituisce i nostri cari e non cancella le lacrime che abbiamo versato, ma onora la memoria di chi ha pagato in prima persona. A noi che restiamo dà la forza per continuare a combattere con ancora più determinazione le nostre battaglie: quelle della memoria e della difesa della dignità della vita e della morte, perché il sacrificio dei nostri cari non sia vano e mai più una pandemia o una qualsivoglia emergenza ci trovi così impreparati”, prosegue la nota. “Cogliamo anche l’occasione per ringraziare i nostri legali, avv.ta Consuelo Locati, avv. Alessandro Pedone, avv. Luca Berni, avv. Giovanni Benedetto e avv. Piero Pasini, vicini a noi in questa battaglia con professionalità e impegno costante”, termina la nota.

Sono già stati estratti – come prevede la legge – tre magistrati titolari e i due supplenti che fanno parte del Tribunale dei Ministri a Brescia, sede di Corte d’appello. Nei prossimi giorni riceveranno gli atti di inchiesta relativi alle posizioni dell’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Sanità Speranza, coinvolti nell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione della prima fase della pandemia nella Bergamasca. Saranno i magistrati del tribunale dei ministri a Brescia a valutare l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Conte e Speranza.

In merito alla notizia della chiusura delle indagini – da parte della Procura di Bergamo – relative alla gestione dell’emergenza Covid-19 nei primi mesi della pandemia, il presidente di regione Lombardia, Attilio Fontana, fa sapere di non aver ricevuto alcuna notifica di tale chiusura. Lo comunica lo stesso presidente tramite il suo portavoce. Nessuna comunicazione formale, quindi, sul fatto che Fontana sia indagato nell’ambito dell’inchiesta.

“Apprendo dalle agenzie di stampa notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo. Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica”. Così in una nota il presidente del M5S, Giuseppe Conte, in merito alla chiusura delle indagini sulla gestione del COVID nella bergamasca da parte della Procura di Bergamo, che lo vedrebbero tra gli indgati con l’accusa di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio.

 

“Non ho ancora ricevuto alcun atto ufficiale. Ma sono sereno e garantirò, come ho sempre fatto, la massima collaborazione alla Magistratura”. Lo afferma l’ex assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, commentando l’inchiesta della procura di Bergamo. “Abbiamo affrontato il COVID a mani nude e, sulla base delle pochissime informazioni delle quali potevamo disporre, abbiamo messo in campo le decisioni più opportune per affrontare l’emergenza”, rivendica Gallera, che ribadisce: “Ho sempre garantito ogni forma di collaborazione con la Procura di Bergamo come persona informata sui fatti, e continuerò a farlo”. “Come afferma la stessa Procura, l’avviso della conclusione delle indagini preliminari non è un atto di accusa bensì un’atto di garanzia per l’indagato, che viene messo a conoscenza degli atti di indagine e posto nelle condizioni di esercitare la propria difesa chiedendo l’archiviazione”, sottolinea l’ex assessore, che conclude: “Un’indagine così lunga e complessa è composta da migliaia di pagine di atti processuali, molti dei quali di natura tecnica. Se le notizie fossero confermate, chiederemo tutto il tempo necessario per esaminare gli atti e predisporre il contraddittorio affinché possa essere accertata la correttezza delle azioni messe in campo durante l’emergenza”.

 

Detta attività che, si ribadisce, è stata oltremodo complessa sotto molteplici aspetti e ha comportato altresì valutazioni delicate in tema di configurabilità dei reati ipotizzati, di competenza territoriale, di sussistenza del nesso di causalità ai fini dell’attribuzione delle singole responsabilità, ha consentito innanzitutto di ricostruire i fatti così come si sono svolti a partire dal 5 gennaio 2020 All’esito dell’attività – conclude la nota – la Procura ha pertanto redatto l’avviso di conclusione delle indagini”.

 

Print Friendly, PDF & Email
Articolo precedente

La giustizia italiana: i processi infiniti ci fanno perdere il 2% del Pil

Articolo successivo

Inchiesta Covid. Le pesanti accuse della procura. Tutti si proclamano innocenti. Le repliche indignate alle ipotesi di reato