Il tribunale di Rovigo ha assolto tutti i secessionisti lombardi e veneti che erano accusati di associazione sovversiva per aver programmato l’occupazione di piazza San Marco a Venezia a bordo di un Tanko. Erano 46 complessivamente gli imputati, e per 15 era già stata pronunciata una sentenza di non luogo a procedere in udienza preliminare. Per i restanti 31 coinvolti è arrivata oggi l’assoluzione.
Roberto Bernardelli, che aveva pagato uno dei prezzi più alti con la reclusione in isolamento, commenta così a lindipendenzanuova la fine dell’iter giudiziario: “Finalmente si chiude una pagina da dimenticare, quanto accaduto insegna il valore assoluto della libertà e i principi del diritto. Una vicenda durata quattro lunghi anni processuali, ma dalla quale usciamo rafforzati nella volontà di costruire per la nostra terra condizioni di giustizia sociale, di autonomia e riscatto economico per il nostro popolo. Siamo più liberi di prima!”.
La vicenda – Nell’aprile del 2014 furono 24 i “serenissimi”, tra bresciani e veneti, che vennero arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brescia: dopo aver realizzato il carrarmato artigianale il gruppo avrebbe voluto occupare la piazza in nome della secessione. In sede processuale è stato modificato il capo d’accusa, diventato associazione sovversiva, e trasferito il processo a Rovigo per competenza territoriale perché il Tanko era stato realizzato in un capannone di Scodosia, nel Padovano.
Il quadro giudiziario – Per la sola costruzione del tanko i rinvii a giudizio sono invece 15, con processo che inizia il 19 gennaio. Mentre sono tutti assolti, perché il fatto non sussiste, per l’associazione «L’alleanza» che avrebbe avuti fini sovversivi, cioè per terrorismo. Accusa che è caduta. Si è chiusa così a Rovigo, l’udienza preliminare a 45 imputati cosiddetti «venetisti». Questi i rinviati a giudizio, 10 dei quali veneti (fonte Il Corriere, ndr). Per il Polesine Marco Ferro di Arquà . Per la provincia di Verona Luca Vangelista, Antonio e Monica Emanuela Zago, Tiziano Lanza ed Andrea Meneghelli di Bovolone; Corrado Turco di Bovolenta. Per la provincia di Padova Flavio Contin di Casale di Scodosia, Severino Contin di Urbana, Massimo Luigi Faccia di Agna. Per la provincia di Treviso Sergio Bortotto di Villorba. Gli altri sono Pierluigi Bocconello di Chivasso, il moldavo Alexandru Budu di Cremona, Michele Cattaneo di Castelli Calepio (Bergamo), Stefano Ferrari di Sulzano (Bergamo) e Paolo Montanari di Brescia. I fatti risalgono all’aprile di quattro anni fa quando il «tanko» che doveva servire ad un’azione eclatante a Venezia, in piazza San Marco, venne trovato in un capannone a Casale di Scodosia. Non si sono costituite le parti offese indicate dalla Procura rodigina ovvero presidenza del Consiglio dei ministri e ministero dell’Interno guidato dal leghista Matteo Salvini.
La decisione del gup Alessandra Martinelli è arrivata nel tardo pomeriggio, fuori dal Tribunale di Rovigo numerose le bandiere di San Marco portate da manifestanti che volevano mostrare solidarietà agli imputati.
La zona intorno alle aule di giustizia, come per l’udienza del giugno scorso, era rimasta interdetta al traffico per motivi di ordine pubblico.
Nel corso della precedente udienza era stata disposta la riunione dei due tronconi nei quali si era divisa l’inchiesta: uno per la creazione della presunta associazione eversiva e l’altro per la realizzazione del “tanko”. Udienza nella quale era stata avanzata la richiesta di 31 rinvii a giudizio e 15 proscioglimenti.