di CORRADO CALLEGARI – Sfugge ai più, alla gente comune, ai piccoli risparmiatori, come mai la Regione Veneto non si sia costituita parte civile in tempo contro il sistema bancario veneto che ha fatto crac. L’altro giorno il quotidiano padovano Il Mattino ha fatto aprire gli occhi e spento le speranze.
“Tutto aggiornato a gennaio, il 24 del mese all’aula bunker di Mestre si entrerà nel vivo del processo alla Banca Popolare di Vicenza. Il giudice Lorenzo Miazzi ha consegnato (…) il calendario delle udienze, circa sette al mese, per un totale di 39, fino ad agosto. Tutte fissate a Mestre in attesa degli interventi a Palazzo di Giustizia a Vicenza. Questa è la notizia principale che esce dalla seconda udienza del maxi processo alla ex popolare veneta, tenutasi a Vicenza. La seconda notizia invece riguarda il rigetto dell’istanza di costituzione di parte civile della Regione Veneto nel processo per il danno ai risparmiatori. Secondo l’ordinanza letta dal giudice Miazzi, questa è risultata non ammissibile in quanto era ritenuta chiusa «la fase di costituzione delle parti civili». Insomma la Regione è arrivata tardi”.
Va da sè che la Regione abbia replicato, affermando che c’era tempo fino al 15 dicembre per la costituzione delle parti civili. Ma qualcosa si è inceppato… Forse sarebbe stato più proficuo non arrivare all’ultimo giorno. “Il Comune di Vicenza, per esempio – riporta il quotidiano -, si era costituito subito all’apertura del dibattimento e cioè il primo di dicembre”.
Bastava poco. Di fatto l’ente che rappresenta il NordEst, il risparmio, l’innovazione, non ha nulla dire sui fatti che vedono alla sbarra gli ex amministratori della Banca popolare di Vicenza. Due commissioni d’inchiesta a cavallo di due legislature per dire: stiamo fuori.
Nel processo, ricordiamo, sono chiamati come imputati l’ex presidente dell’istituto Gianni Zonin, e altri dirigenti, rinviati a giudizio per i reati di aggiotaggio, false comunicazioni e ostacolo alla vigilanza. Almeno 7mila i risparmiatori che si sono costituiti parte civile. Il popolo c’è. Manche chi aveva detto di rappresentarli.