Processo Expo. Un anno a Maroni. Condannato per un capo di imputazione, assolto per un altro. Condanna anche per Ciriello e Gibelli. Indagata Votino per falsa testimonianza

maroni bilancio

Il Tribunale di Milano ha condannato a un anno e a 450 euro di multa Roberto Maroni, ex Governatore della Lombardia ed ex ministro dell’Interno, tra gli imputati per la vicenda con al centro presunte pressioni indebite per far ottenere un viaggio a Tokyo e un contratto di lavoro a due sue ex collaboratrici ai tempi del suo incarico al Viminale. Maroni e’ stato condannato per un solo capo di imputazione, per la turbata liberta’ nel procedimento di scelta del contraente in quanto, secondo l’accusa, avrebbe esercitato’pressioni’ per far ottenere un contratto di collaborazione con Eupolis, ente di ricerca della Regione, a Mara Carluccio. Maroni e’ stato invece assolto perche’ il fatto non sussiste dall’accusa di induzione indebita per le presunte pressioni per far ottenere un viaggio a Tokyo a Maria Grazia Paturzo.

Per una parte, dunque, ha detto ancora il legale, “la sentenza e’ condivisibile e ci da’ soddisfazione, per l’altra parte e’ da leggere”. E ancora: “E’ evidente che tenevamo di piu’ al capo di imputazione A”, ossia quello sulla presunta induzione indebita. Sul futuro di Maroni, che si e’ defilato dall apolitica, Aiello si e’ limitato a dire che “lui fara’ quello che vorra’ e noi due intanto ci prenderemo presto un caffe'”.

“Non è mai esistita nessunarelazione tra me e il presidente Maroni”, aveva assicurato la stessa Paturzo durante la sua testimonianza in aula. “Sono stata diverse volte nell’appartamento romano di Maroni, in via XX Settembre, così come ho fatto insieme a lui alcune colazioni di lavoro all’Hotel Bernini”, aveva aggiunto la donna, precisando che tra lei e l’ex governatore c’è sempre stato “un rapporto di profonda stima, amicizia e simpatia”, ma nulla di più. Una riscostruzione dei fatti che aveva trovato conferma nelle testimonianze rese in aula da Votino e Rossello, amica di lunga data della portavoce di Maroni. Dichiarazioni “assolutamente mendaci” secondo il pm Fusco che al termine della sua requisitoria aveva sottolineato: “Paturzo ha negato l’esistenza della sua relazione con Maroni. E insieme a lei hanno mentito anche Votino e Rossello. Votino ha negato di sapere della relazione tra Paturzo e Maroni anche se dalle intercettazione emerge un quadro completamente diverso”. La richiesta del magistrato è stata accolta dai giudici nonostante la loro decisione di assolvere Maroni e tutti gli altri imputati dal capo di imputazione relativo al viaggio a Tokio.
La condanna a un anno di carcere inflitta a Roberto Maroni si riferisce all’accusa di avere condizionato in modo illecito le modalita’ di scelta da parte della pubblica amministrazione nell’ambito della ‘procedura comparativa per l’affidamento di un incarico di consulenza’ che aveva come oggetto’il supporto tecnico scientifico per l’individuazione delle condizioni di sicurezza adeguate inerenti a Expo 2015″. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Maroni, Gibelli e Ciriello, “valutata l’inopportunita’ di assumerla nello staff del Presidente anche in considerazione dell’orientamento della Corte dei Conti particolarmente rigorosa sui conferimenti degli incarichi determinati dalle segreterie politiche”, avevano individuato in Eupolis l’ente regionale a cui rivolgersi per conferire alla Carluccio una consulenza retribuita. La Commissione, si legge nel capo d’imputazione, valuto’ 4 curricula e scelse quello della Carluccio sulla base dei criteri di valutazione che erano stati fissati dall’allora dg di Eupolis Alberto Brugnoli, che per questa vicenda ha patteggiato la pena a 8 mesi di carcere nel dicembre del 2014.

L’incarico di consulenza annuale venne conferito alla Carluccio con decorrenza dal 2 gennaio del 2014 e un corrispettivo previsto di 29.500 euro. Una procedura che, durante la requisitoria, il pm Fusco ha definito “truccata” con il contributo di Maroni nelle vesti di”sponsor” della donna. “Carluccio – aveva detto il pm – si era ritagliata sulle sue competenze l’oggetto del contratto che era legato al discorso sulla sicurezza. Nelle intercettazioni, dice a tutti quelli che sente – alla Paturzo, a una sua amica e a Ciriello- di avere contribuito lei a definire il contratto”.

Oltre a condannare Roberto Maroni, i giudici di Milano hanno anche inflitto un anno di carcere a Giacomo Ciriello, all’epoca dei fatti capo della segreteria dell’ex presidente, dieci mesi e venti giorni ad Andrea Gibelli, ex segretario generale della Regione, e sei mesi e 200 euro di multa a Mara Carluccio, l’ex collaboratrice dell’esponente leghista. Le motivazioni del verdetto saranno rese note tra 90 giorni.

Su Twitter, l’ex governatore ed ex leader della Lega Nord e’ tornato poi a sottolineare: “Dopo 4 anni di processo sono stato condannato per una raccomandazione mai fatta!!! Viva la giustizia giusta”.

“Sono deluso, ma non mi scoraggio: ribadisco la mia totale estraneità a qualsiasi comportamento illecito e proprio per questo sono certo che in appello verrò completamente assolto”. Così Maroni commenta la sentenza di condanna a un anno inflitta dai giudici di Milano nel processo Expo.  “Vengo assolto e condannato allo stesso tempo. Un colpo al cerchio e una alla botte. Mi va di commentare così, con una battuta, la decisione del tribunale che mi assolve dal reato più grave, l”induzione indebita, e mi condanna per una raccomandazione mai fatta”, scrive Maroni sui sociale network.

Isabella Votino, storica portavoce di Roberto Maroni, sarà indagata per falsa testimonianza insieme a Maria Grazia Paturzo, ex collaboratrice dello stesso Maroni al Ministero dell’interno, e Cristina Rossello, avvocato e deputata di Forza Italia. L’indagine nei loro confronti sarà avviata come”atto dovuto” dopo la decisione dei giudici titolari del processo all’ex governatore lombardo di trasmettere in procura atti e verbali delle loro dichiarazioni rese in aula in veste di testimoni, così come apertamente richiesto dal pm Eugenio Fusco.Spetterà poi al magistrato titolare del fascicolo decidere se presentare richiesta di rinvio a giudizio o, al contrario, di archiviazione.

Secondo il pm Fusco, le tre donne avrebbero mentito in aula,rendendo dichiarazioni false e reticenti per negare l’esistenza della “relazione affettiva” che avrebbe legato l’ex governatore a Maria Grazia Paturzo. Un legame di natura sentimentale che avrebbe spinto Maroni, sempre secondo la ricostruzione del pm, a effettuare una serie di pressioni sui vertici Expo per convincerli a inserire il nome della Paturzo nella delegazione lombarda in partenza per la missione istituzionale in Giappone dei primi giorni di maggio 2014 e a sostenere le relative spese di viaggio.

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