di ANGELO VALENTINO – Occorre tornare a parlare di lavoro. Forse il grafico non rende l’idea perfettamente ma in questa classifica del tasso di occupazione in Europa per essere chiari basta solo cifre che l’Italia è la penultima linea blu in fondo all’orizzonte….Non pervenuta.
Dovete sapere che nel 2010 le istituzioni Ue adottarono Europa 2020, una strategia che ha fissato come primo obiettivo il conseguimento di un tasso di occupazione del 75% entro il 2020.
All’interno di un quadro negativo nel confronto con gli altri paesi europei, nel 2018 l’occupazione in Italia è ritornata al livello pre-crisi. Tuttavia, persistono profonde differenze regionali e difficoltà per donne e giovani ad accedere al mondo del lavoro.
Il primo obiettivo di Europa 2020 era il conseguimento di un tasso di occupazione del 75% della popolazione tra i 20 e i 64 anni.
Secondo voi l’Italia lo ha raggiunto? Questo target generale è stato tradotto dagli stati in target nazionali, individuati in base alle rispettive situazioni economiche e sociali di partenza. L’obiettivo fissato per l’Italia era il raggiungimento del 67% di occupati entro il 2020. A un anno dal termine stabilito quasi dieci anni fa, siamo tra gli ultimi per livello di occupazione in Europa insieme ad altri stati del sud.
E’ tutto chiaro?
Poi ci chiediamo come mai non ci sia lavoro. Il dossier Agi-Openpolis che scandaglia in lungo e in largo il fenomeno della retrocessione, ci dice anche di più
L’occupazione a rischio povertà è cresciuta in tutti i paesi considerati. Tra questi, l’Italia presenta la variazione più ampia di questo fenomeno, con un aumento dei lavoratori a rischio povertà di 3,2 punti percentuali dal 2008 al 2018.
Per valutare in modo completo la situazione occupazionale del nostro paese, è necessario analizzare la questione a livello regionale. Storicamente, in Italia esistono gravi discrepanze tra le regioni, riguardo le condizioni economiche e sociali. In questo senso, il tasso di occupazione non costituisce un’eccezione.
Il lavoro divide l’Italia in due, tra il nord che sembra essere uscito dalla crisi economica e il sud che continua a retrocedere.
Sono quattro gli stati con una percentuale di lavoratori anziani superiore a quella dei lavoratori giovani. Tra questi, l’Italia spicca per il maggior divario: il 42,7% dei giovani italiani sono occupati, contro il 52,2% dei lavoratori anziani.
Riguardo la situazione occupazionale giovanile, l’Italia presenta criticità maggiori rispetto a gran parte dei paesi Ue e non solo a livello lavorativo.