di Corrado Callegari – Prima di qua, prima di là, alla fine i buoni risultati arrivano. Dai e dai, l’ordine pubblico prefettizio torna in auge e le pericolose insegne venete, la bandiera col leone che ha spesso sventolato in tribuna allo stadio di Padova, possono essere finalmente bandite. Fa niente se quella bandiera è il simbolo inequivocabile di una Regione e campeggia con quella italiana e magari quella europea ogni tanto, davanti alle istituzioni. La questione semplice è che è un simbolo venetista, e per il prefetto è un inno alla secessione. Antiunitario. Dunque, sequestriamola. Massì, siamo abituati a queste iperboli della mente burocratica che declina in eversione tutto ciò che è espressione di un territorio, di una identità. Un tempo, piuttosto lontano, una boiata simile sarebbe stata oggetto di rimbrotto da parte della Lega. Oggi che la Lega non esiste più, ma esiste solo una questione nazionale, dobbiamo metterci tutti la divisa. Dio, Patria e famiglia. Ma perché non togliete anche dalla Costituzione che il territorio è fatto da enti locali, da regioni, comuni e che l’autonomia è un diritto costituzionale? Proviamo anche a eliminare i confini interni, tanto siamo tutti uguali. Così il Nord potrà non pagare il bollo senza il rischio che arrivi l’Agenzia delle Entrate. Potremmo andare in autostrada senza pagare il pedaggio, perché così fan tutti. Avremo finito di pagare troppe tasse, perché tanto tutti ne pagheremo meno. Via il leone, su il tricolore. Viva Matteo Bonaparte. Poi il governatore Zaia non si lamenti. Chi di promesse ferisce, di prefetto perisce.
Corrado Callegari, Grande Nord-Partito dei Veneti