Populismo: quel consenso che arriva dal popolo, non dalle banche!

democrazia

di MARCELLO RICCI – In ogni epoca le parole hanno un significato. Al momento, i mezzi di comunicazione attribuiscono al termine populismo un significato prevalentemente negativo .“Populismo” è storicamente un’espressione culturale e politica della voce dei popoli. Nacque in Russia tra ‘800 e ‘900 per indicare movimenti favorevoli a contadini e gleba. Fu anche riferito a un partito statunitense di operai e agricoltori del 1891. Anche alcune istanze di Obama e della Clinton nel 2008 (promettevano di difendere i lavoratori dalla delocalizzazione delle imprese) per linguaggio e modalità espressive furono definite populiste. Attualmente, con significato negativo l’etichetta populista, è attribuita principalmente al Movimento 5Stelle e alla Lega Nord. Il termine indica chi cerca la legittimazione per l’esercizio del potere politico nel consenso popolare, sino al superamento limiti posti dalla Costituzione e dalle leggi all’esercizio dello stesso potere politico.

Oggi i movimenti populisti si mobilitano contro l’ élite economica e soprattutto politica che sono pertanto additate come responsabili delle difficoltà economiche e della marginalizzazione dei diritti del popolo. La principale argomentazione da essi utilizzata è: se le cose vanno male è perché i rappresentanti non fanno gli interessi dei cittadini.

Tuttora giornalisti e studiosi di scienze politiche usano spesso il termine in maniera contraddittoria e confusa, alcuni per fare riferimento a costanti appelli strumentali alla gente, altri per riferirsi a una retorica che essi considerano demagogica, altri infine per definire nuovi partiti che non sanno come classificare.

Quando si afferma la pretestuosa esistenza di diritti acquisiti (pensioni d’oro e stipendi faraonici) decretati dal potere esercitato per il proprio vantaggio è giusto che con leggi draconiane, volute dal popolo, siano stravolti o meglio cancellati. I cosiddetti benpensanti o moderati definiscono tali giuste critiche populiste. Esempio chiaro di populismo mascherato è il mentitore seriale Matteo Renzi con la corte di presuntuosi supponenti, incapaci quarantenni, figli o parenti di persone con storie non encomiabili alle spalle, che hanno la sfacciataggine di contrabbandare leggi contrarie ai diritti dei lavoratori, come manna caduta dal cielo: jobs act, mancata abrogazione della legge Fornero, istituzionalizzazione del precariato, abolizione dell’art. 18, elargizione di 80 euro di mancia degradante, nessun ragionevole provvedimento per arginare l’invasione migratoria, l’incentivazione a uscire dal lavoro con un debito assicurativo, sceneggiata da bullo contro Bruxelles, ecc. sino ad arrivare alla SCHIFORMA.

I cittadini, impegnatissimi a guadagnarsi da vivere in un paese che vanta “il successo di una crescita dello 0,2%,” gravato da un debito pubblico sesquipedale, ha la faccia tosta di spacciare per riforma, un demente confusionario testo, che assomiglia ad una tesi di laurea mal scritta e disarticolata. I moderati, che la conoscono solo attraverso gli slogan del Pinocchio fiorentino e della Boschi, faccia di bronzo con tanti scheletri familiari nell’armadio, affermano che comunque qualcosa cambia e che comunque ci farà uscire dall’immobilismo. Cribbio, si può essere così sciocchi? Cambiare in peggio e meglio che mantenere la precedente ben articolata , ragionata e anche saggiamente, in parte, adeguata i tempi.

Possono essere definiti moderati quelli che affermano che cambiare è necessario, senza valutarne le conseguenze? Nemmeno è valida l’affermazione eventuali errori si possono sempre correggere. E’ noto che si giudica con le leggi vigenti al momento della materia in giudizio. Per ciò che è sottoposto all’Alta Corte si immagina quale confusione ci sarebbe ove il diritto costituzionale dovesse subire variazioni frequenti e consistenti?

E’ certamente populista nell’accezione peggiore del termine chi accetta un qualsiasi cambiamento, come se cambiare una costituzione fosse un gesto di modernità acritico. Sono certamente espressione del peggiore populismo Renzi e la corte dei suoli accoliti, come al contrario sono validi e positivi populisti Salvini , la Meloni, Grillo e quanti non perseguono un interesse personale, ma si fanno portavoce e paladini anche con toni duri delle istanze popolari.