di Valter Roverato – In questo periodo sembra che tutti si siano riscoperti amanti del “bel paese” e di tutto ciò che lo contraddistingue: tutti ci dicevano “ce la faremo”, magari aggiungendo anche che siamo “tutti uniti, tutti italiani”, e così via retoricamente trombonando.
A parole tutti quanti si sono sentiti in dovere di sparare pensierini grondanti retorica, tutti si sono riscoperti amanti di questo o quel posto particolare, di questo e quell’altro borgo più o meno sperduto, e tutti naturalmente si sono riscoperti amanti della lingua italiana, non accorgendosi che ben poco la conoscevano: da molte parti infatti si sentono pronunciare degli strafalcioni che anni fa il mio grande maestro delle elementari mi avrebbe segnato con un grosso segno di matita rigorosamente rossa. E quindi ecco che il canale Disney+ diventa “plas”, le miracolose pastiglie da mettere in lavastoviglie lo stesso: “plas”, tutto ciò che porta un “+”, o la dicitura “plus”, automaticamente diventa inglese: “plas”, anche se a me avevano insegnato, anni fa, che la parola plus è una parola latina, e come tale la si dovrebbe pronunciare….
Ma lo stesso potrei dire quando sento per esempio dei giornalisti dire “midia”, al posto di “media”, che altrettanto è una parola latina, oppure la parola latina “audit”, pronunciata “odit”, oppure “junior” pronunciato “giunior”, e così via: sono tutte parole latine Purtroppo, la lingua inglese è una lingua non latina che però nel tempo ha incorporato molti latinismi che ci vengono restituiti inglesizzati, appunto. Altri esempi: la parola summit, regolarmente pronunciata “sammit”, oppure il “tutor”, altrettanto regolarmente pronunciato “tiùtor”.