di Riccardo Pozzi – Sull’evasione fiscale italiana ha scritto molto bene il Prof. Ricolfi che insegna analisi dei dati a Torino. L’evasione in senso assoluto, cioè nei suoi valori reali, è divisa in quattro parti più o meno uguali. Nordest, nordovest, centro e sud. Le cose cambiano in valori relativi, cioè in percentuale sul pil legale.
In Veneto, l’incidenza del sommerso sul pil reale, togliendo pubblica amministrazione e pensioni, è circa del 20%, percentuale non lontana da quella tedesca o austriaca. A mille chilometri di distanza, nella regione Calabria, sempre togliendo Pubblica Amministrazione e pensioni, l’incidenza del sommerso sul pil rimanente arriva anche all’80% ( “Illusioni italiche” di Luca Ricolfi). E’ del tutto evidente che una percentuale così alta non è possibile farla emergere perchè è in gran parte evasione di sopravvivenza che non reggerebbe all’urto di un fisco che preleva due terzi degli utili. Chi ci và in Calabria a “stanare” l’80% sommerso nel nome della lotta all’evasione? Conte? Di Maio? Zingaretti? Quella della lotta all’evasione è la solita cronica panzana. Più tasse uguale più forestali.