di ROBERTO BERNARDELLI – E’ tanta la sfiducia, la rassegnazione che anche le popolazioni più fiere della propria identità, come accaduto a Pieve di Cadore e a Cencenighe di Cadore, preferiscono stare a casa e non far raggiungere il quorum. Una laconica nota ministeriale sul sito del Viminale racconta i fatti…. Eccoli: “Rimarranno in carica fino alle prossime elezioni per il rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali i commissari prefettizi dei comuni di Pieve di Cadore e Cencenighe Agordino nominati oggi dal prefetto di Belluno Francesco Esposito”.
Sembra una nota del Regno delle Due Sicilie!
E si va avanti… “Nel caso di Pieve di Cadore, il commissariamento è stato necessario per il mancato raggiungimento,all’esito del voto dell’11 giugno scorso, delle percentuali di voto previste dall’articolo 71, comma 10, del Testo unico degli enti locali (decreto legislativo n.267/2000). Nel caso di Cencenighe Agordino, invece, nessuna lista era stata presentata per l’elezione a sindaco”.
Come a dire: tanto, non fa più la differenza, governa e decide sempre Roma, tanto vale lasciar fare a loro.
“I commissari, il viceprefetto vicario di Belluno Carlo De Rogatis per Pieve di Cadore e il viceprefetto vicario di Pordenone Alessandra Vinciguerra per Cencenighe, eserciteranno per il periodo di carica i poteri attribuiti dalla legge al sindaco, alla giunta e al consiglio”. Si conclude così. Grazie, partiti, grazie politici del Nord, per aver saputo rappresentare la nobile terra d’Agordo! Lì nessuno è andato a portare una parola di conforto?