Ho letto con molta attenzione l’orientamento della nuova strategia energetica per il 2050 del Consiglio Federale elvetico, nonché “un primo pacchetto di misure proposto dal Dipartimento dell’Ambiente e dell’Energia che confluirà in un disegno di legge da porre in consultazione entro l’estate”. Moreno Bernasconi, sul Corriere del Ticino scrive: “Si tratta di colmare l’ammanco di elettricità oggi fornita dalle centrali nucleari (40% del fabbisogno) attraverso: 1.- Aumento delle energie rinnovabili; 2.- La riduzione dei consumi di elettricità”.
Ne discendono due considerazioni preliminari:
– Gli svizzeri si sono subito posti il problema di un nuovo piano energetico a differenza dell’Italia, in cui si è solo votato, più o meno coscientemente, contro Berlusconi e contro la reintroduzione del nucleare;
– Sempre gli stessi svizzeri hanno affrontato, con discussioni a tutti i livelli, il problema energetico, mentre gli italiani, espresso il voto, hanno deciso che “qualcuno ci penserà”, senza neanche informarsi che il primo regalo ci è giunto immediatamente con il taglio delle forniture elettriche notturne da parte della Svizzera, taglio che hanno eliminato la tecnica del ripompaggio, ossia di utilizzare una seconda vota la caduta dell’acqua nelle centrali idroelettriche. Ovviamente, da noi, è molto più importante sapere con chi è andato a letto B. – o chi vincerà il campionato di calcio – sperando che il sole risolva tutto senza problemi.
Anzitutto è da notare la mancanza di sicumera nelle dichiarazioni governative svizzere ed in quelle giornalistiche, mentre in Italia tutti coloro per i quali KW e KWh sono la stessa cosa, ostentano una sicurezza davvero impressionante.
La dichiarazione di intenti governativa parte con un programma (http://www.bfe.admin.ch/index.html?lang=it) che si estende sino al 2050 e lascia ancora aperta la porta al nucleare, ben sapendo che con le rinnovabili, disponendo delle attuali conoscenze, non si va lontano. Punta quindi sul contributo non risolutivo, ma rilevante, ottenuto aumentando il grado di isolamento delle abitazioni. E questo sì che è un qualcosa di calcolabile e di ottenibile. Per quanto riguarda le energie rinnovabili, si dichiara apertamente che non risolveranno il problema sostitutivo e soltanto con mastodontiche centrali di tipo a turbogas a ciclo integrato, accettando il conseguente inquinamento,sarà possibile sostituire il nucleare. La parte divertente è che in Italia di grandi centrali turbogas a ciclo combinato se ne parla a fior di labbra perché inquinanti, dimenticando che il rendimento di queste centrali arriva al 60% circa.
Dichiara ancora il Consiglio Federale Svizzero: gli obiettivi di riduzione del CO2 fissati dal Consiglio Federale e dal Parlamento potranno essere raggiunti entro il 2020 con un aumento della tassa sul CO2 e un rafforzamento significativo del Programma Edifici. Mentre invece lo Stato italiano applica pari pari una tassa sul KWh per compensare gli impianti FV.
Dichiarano ancora gli svizzeri: la sicurezza degli impianti nucleari deve essere mantenuta allo stato della scienza e della tecnica per la rimanente durata del loro esercizio. Per quanto concerne lo smaltimento delle scorie nucleari prodotte, sono necessarie soluzioni accettabili dal punto di vista politico. La costruzione di nuovi impianti deve essere sottoposta al referendum facoltativo. A lungo termine è opportuno mantenere aperta la possibilità di ricorrere a nuove tecniche nucleari, a condizione che esse garantiscano un’ampia sicurezza passiva e inerente. Ossia , senza tanta sicumera si lascia aperta la porta a possibile modifiche del piano.
Se si vuole riassumere la situazione dei due Stati si ha:
Stato | Energia da fonte nucleare | Energia idroelettrica | Energia da fonti rinnovanili | Energia da combustibili fossili |
SVIZZERA | 40 | 50 | 10 | 0 |
ITALIA | 0 | 15 | 5 | 80 |
Appare evidente la differenza folle tra le due nazioni. Aggiungiamo la situazione di altre due nazioni confinanti
AUSTRIA
38,6% Rinnovabili (principalmente biomasse)
29.6 Idroelettrica
17,2 % Gas
11.7 % Petrolio
2,6 % Carbone
SLOVENIA
TAB. 2 – PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI IN SLOVENIA In MWh | 2003 | 2004 | 2005 | 2006 | 2007 | Quota % 2007 |
Centrali idroelettriche (di cui:) | 2.822.000 | 3.856.000 | 3.236.000 | 3.342.000 | 3.024.000 | 98,5 |
< 1 MW | 46.000 | 66.000 | 60.000 | 63.000 | 59.000 | 1,9 |
1-10 MW | 86.000 | 132.000 | 99.000 | 113.000 | 108.000 | 3,5 |
>10 MW | 2.690.000 | 3.658.000 | 3.078.000 | 3.166.000 | 2.856.000 | 93,0 |
Turbine eoliche | – | – | – | – | – | – |
Centrali a biomassa | 37.000 | 24.000 | 10.000 | 26.000 | 29.000 | 0,9 |
Centrali a biogas | – | – | – | 7.000 | 17.000 | 0,6 |
TOTALE | 2.859.000 | 3.880.000 | 3.246.000 | 3.376.000 | 3.070.000 | 100 |
TAB. 3 – STIME SULLA CAPACITÀ NOMINALE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI IN SLOVENIA In MW | 2010 | 2015 | 2020 |
Idroelettrico | 34,3 | 211,8 | 452,3 |
Eolico | 1,0 | 181,0 | 411,0 |
Fotovoltaico | 7,0 | 34,0 | 119,0 |
Biomasse | 1,2 | 11,3 | 25,8 |
Geotermico | 0,0 | 3,0 | 28,0 |
Biogas | 6,0 | 18,5 | 35,0 |
Trattamento liquami | 1,0 | 4,0 | 8,0 |
TOTALE | 50,5 | 463,6 | 1.079,1 |
FRANCIA
Tralasciamo la situazione per amor di patria…
CONCLUSIONI
L’unica nazione che non ha nessun piano e che seguita a finanziare un settore nel quale, tra l’altro, effettua zero ricerca è l’Italia. Tanti auguri per il futuro sviluppo industriale.