di VALTER ROVERATO – Piaccia o non piaccia, in questo periodo storico sono al governo due forze politiche che il 4 marzo del 2018 hanno avuto più voti di tutte le altre: Movimento 5 stelle e Lega Salvini (meglio chiamarla così). Queste 2 forze sono state quasi obbligate a formare un governo dal capo dello stato sotto minaccia di ricorrere ad un altro governo tecnico che, dati i “fasti” degli analoghi precedenti, nessuno o quasi avrebbe rivoluto alla guida del paese.
I capi politici delle 2 forze si sono riuniti in “conclave” ed hanno partorito il “contratto di governo”, una intesa che media su molti punti controversi in cui non c’era un grande accordo, diciamo così, ed elenca le cose che vanno assolutamente fatte da questo cosiddetto “governo del cambiamento”. Quindi il programma di questo governo è lì, sulla carta, basta leggerlo ed attuarlo, è pubblico, chiunque lo può scaricare da Internet, e così tutti sanno che cosa andrà fatto da qui alla fine della legislatura.
Per certi versi è una bella innovazione, anche se anni fa lo stesso Berlusconi aveva firmato, in diretta TV, un analogo pezzo di carta che però solo lui (e forse Bruno Vespa) aveva preso sul serio. È una bella innovazione, dicevo, perché questo contratto, come tutti i contratti, va onorato, e ciò che è scritto va portato a buon fine, dato che chi lo ha firmato si è impegnato in tal senso non solo di fronte ai suoi elettori, ma di fronte a tutta la nazione, per cui è un elemento che dovrebbe far chiarezza sugli obiettivi e sui tempi per perseguirli, e dovrebbe togliere a chiunque i pretesti per critiche o polemiche varie. Ma ho detto “dovrebbe”, eh, già, perché qui siamo in un paese chiamato Italia, in cui la polemica, meglio se politica, e le critiche, in tutti i campi e quindi anche in quello politico, costituiscono una atmosfera che tutti vogliono e devono in qualche modo respirare, come fosse un obbligo, come fosse una consuetudine irrevocabile, un ossigeno che non deve assolutamente mancare, pena la morte politica e, cosa che forse interessa di più, mediatica.
Assistiamo dunque ogni giorno, in ogni rete televisiva e radiofonica, su ogni quotidiano, in ogni media sul web, dappertutto, a deputati, senatori, capi e capetti politici più o meno conosciuti, ma il più delle volte meno conosciuti, o addirittura sconosciuti ai più, che sfilano dicendo praticamente sempre le stesse cose contro il governo, come uno studente zuccone che ha letto la lezione e l’ha mandata a memoria ed ogni volta davanti al professore ripete ciò che ricorda: questo governo ci porta a sbattere (dove? Boh!), questo governo non fa nulla per i pensionati, non fa nulla per i lavoratori, aumenta l’iva, aumenta le tasse, i conti sono fuori controllo, noi faremmo questo, noi faremmo quest’altro, noi sì che sapremmo cosa fare. Praticamente una litania che si ripete sempre uguale, quasi con le stesse parole, ogni giorno.
Solo adesso siamo a conoscenza del fatto che tutti quei partiti bocciati dagli italiani poco più di un anno fa, e la cui bocciatura è stata riconfermata alle recenti elezioni europee ed amministrative, ecco, loro sì saprebbero cosa fare, se solo fossero al governo. Già, ma c’è un piccolo particolare: proprio perché siete già stati al governo del paese e gli italiani hanno provato sulla loro pelle cosa avete (mal-)fatto, siete stati sonoramente cacciati all’opposizione, e sostituiti con altri partiti che evidentemente sono stati in grado di attrarre, con le loro proposte, il voto di moltissimi elettori, ed adesso, con l’azione di governo, devono dimostrare di sapersi meritare la loro fiducia.
L’elettorato ha perciò premiato una proposta alternativa alla vostra, ed è inutile che ora tutti gli esponenti dell’attuale minoranza elenchino davanti ai media le loro proposte affermando che se attuate sarebbero il toccasana per il paese, che il governo in carica non sa cosa fare mentre loro sì che lo sanno, loro sì che hanno la ricetta per riportare “in alto” il paese. Sarà colpa dunque degli elettori? Come mai hanno votato chi non aveva la ricetta valida? Che si siano sbagliati? Come mai anche ad ogni sondaggio gli elettori continuano a non dare un voto in più a chi ora è all’opposizione? Sono come quei famigerati “compagni” che a suo tempo sbagliavano anche loro? O forse chi si sbaglia siete proprio voi? Beh, sappiate che modestamente io avrei una proposta per far crescere l’Italia: ogni volta che andiamo a votare e scopriamo i risultati, perché non mandiamo a governare chi prende meno voti, e non chi prende la maggioranza?
Dato che sembra che sia sempre chi prende meno voti ad avere le soluzioni giuste, mentre invece chi ha la maggioranza e governa invariabilmente è un inetto e non sa governare, bene, allora che vada al governo chi è in minoranza, si faccia una legge in merito: chi arriva ultimo alle elezioni governa il paese. Pensateci: forse non avremmo più campagne elettorali estenuanti e continue, martellanti, e non ci sarà più bisogno di manifesti, tribune elettorali, comizi, ecc., perché tanto si deve arrivare ultimi per governare, per cui ci sarebbe anche un bel risparmio di soldi. Ed automaticamente arriverebbero al governo per forza di cose solo coloro che sanno di avere le soluzioni giuste per il paese, che sanno cosa fare per tutti noi. Almeno non verremmo a sapere a posteriori che abbiamo votato in maggioranza degli inetti che non sanno governare e lasciato fuori gente valida che avrebbe messo a posto il paese!
Ma forse avrei un’altra proposta, questa sì definitiva e che farebbe piacere a tutti noi qui al Nord: perché non lasciate i diversi popoli, attualmente costretti a vivere da italiani, liberi di decidere il loro futuro, anche se fosse lontano da questo paese che, maggioranza od opposizione che sia, comunque li opprime?