Perché il papa non parla come Biffi? “Immigrati, preferire i cristiani. Temo i politici imprudenti”

 

di BENEDETTA BAIOCCHIcharlie

Correva l’anno 2000 e un cardinale fuori dal coro, dalla sua Bologna, disse: “I musulmani sono molto diversi da noi e vogliono farci diventare come loro”. E poi, ancora: “Non ho paura dell’Islam, che devo evangelizzare, ma della straordinaria imprevidenza dei nostri politici”.

Lo disse fuori dai denti il pacioso cardinale: “Preferire i cristiani” perché “i musulmani sono molto lontani da noi e vogliono farci diventare come loro”.

Prima i cristiani

Cosa c’è da aggiungere? La memoria corta di certi parroci che prestano le sale parrocchiali per il ramadan, ha rimosso che il 13 settembre di 15 anni fa, Biffi sconcertò le masse ecclesiastiche  e la stessa Cei, illustrando  la lettera pastorale indirizzata al clero della diocesi. Diceva, Biffi, che accogliere è un bene, ma lo Stato dovrebbe favorire l’ingresso di immigrati cristiani, perché più integrati. L’ occasione era il seminario di studi «Vangelo, lavoro e migrazioni» organizzato dalla Fondazione Migrantes, dalla Caritas italiana e dalla Cei. Al termine della presentazione del testo, Biffi ribadì: “Ho paura della straordinaria imprevidenza dei responsabili della nostra vita pubblica. Ho paura dell’ inconsistenza dei nostri opinionisti. Ho paura dell’ insipienza di molti cattolici, specie i più acculturati e loquaci. In questi giorni, leggendo certi interventi, più volte sono stato tentato di ripetere una frase di Dietrich Bonhoeffer (il teologo protestante tedesco impiccato dai nazisti, ndr): “Contro la stupidità sono senza difesa”.

Più volte nel trattare i diritti-doveri dei musulmani spiegava che questo concetto è rivolto allo Stato laico, non alla coscienza dei cristiani: “Il mio compito è evangelizzare i musulmani. Il compito dello Stato laico è invece tenere presenti tutte le difficoltà di inserimento dei musulmani nella vita civile”. E questo perché i fedeli dell’ Islam “nella stragrande maggioranza vengono da noi risoluti a restare estranei alla nostra umanità”, dunque “ben decisi a restare sostanzialmente diversì in attesa di farci diventare tutti sostanzialmente come loro”.

Le differenze notevoli

Punto primo: “un diritto di famiglia incompatibile con il nostro, una concezione della donna lontanissima dalla nostra, soprattutto hanno una visione rigorosamente integralista della vita pubblica”. E Biffi si scandalizzava soprattutto del fatto che gli opinionisti laici non si accorgessero della bomba innescata.

State preparando la vostra estinzione

Per Biffi, poi, il pericolo incombente per la Chiesa non sarebbe arrivato  dagli immigrati con fedi diverse, quanto piuttosto da quei cristiani che rinunciano alla propria identità, “preparando la loro estinzione”. In quel periodo la maggioranza dell’ episcopato non condivideva l’invito a «privilegiare» l’immigrazione cattolica, o cristiana, rispetto a quella islamica.

Hamza Piccardo, segretario nazionale dell’ Unione comunità islamiche in Italia, aveva replicato così: “Non ci conosce, no, noi musulmani. O forse viene informato da gente che non sa nulla… Nel mondo islamico, ci sono chiese cristiane ovunque. Meno che in Arabia Saudita: è chiaro, nelle città sante di Medina e La Mecca non troverà mai una cattedrale; come noi non ci sogneremmo di pretendere una moschea in Vaticano”. E così le parole del cardinal Giacomo Biffi, arcivescovo di Bologna, che nella sua dodicesima nota pastorale invitava il governo a «salvare l’ identità della nazione» rimasero lettera morta. Di più, mortissima.

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