RASSEGNA STAMPA
Abbiamo verificato le dichiarazioni del deputato Pd Michele Anzaldi: “Con Ernesto Ruffini alla guida di Equitalia e poi di Agenzia delle Entrate è stato raggiunto il record di recupero dell’evasione fiscale: oltre 20 miliardi nel 2017″
PAGELLA POLITICA DI AGI – “Davvero il governo ha mandato via l’uomo dei record nel recupero dell’evasione?”
Il deputato del Pd Michele Anzaldi ha scritto il 9 agosto sulla propria pagina Facebook: “Con Ernesto Ruffini alla guida di Equitalia e poi di Agenzia delle Entrate è stato raggiunto il record di recupero dell’evasione fiscale: oltre 20 miliardi nel 2017. Si partiva dai 14 miliardi del 2014, primo anno di Governo Renzi che ha portato Ruffini alla guida della macchina tributaria. Il Governo di Salvini e Di Maio cosa fa? Lo manda via subito”.
Si tratta di un’affermazione corretta, ma che merita qualche precisazione.
Gli incarichi di Ruffini
Ernesto Maria Ruffini, avvocato tributarista considerato vicino a Matteo Renzi, è stato nominato amministratore delegato di Equitalia S.p.a. nel giugno 2015. Da ottobre 2016 ha poi ricoperto il doppio incarico di a.d. e di presidente del consiglio di amministrazione della società.
Nel febbraio del 2017, Ruffini è stato nominato commissario straordinario per gli adempimenti propedeutici all’istituzione della “Agenzia delle entrate – Riscossione” con decreto del presidente del Consiglio.
Chiude-Equitalia-il-1-luglio-nasce-Agenzia-delle-entrate-Riscossione-00001/”>Questa agenzia, che svolge l’attività di agente della riscossione per conto dell’Agenzia delle entrate su tutto il territorio nazionale ad eccezione della Sicilia, è nata con il dl 193/2016, convertito con modificazioni dalla Legge 225/2016, che ha sciolto le società del gruppo Equitalia a partire dal primo luglio 2017.
Ruffini è stato quindi nominato direttore dell’Agenzia delle entrate il 13 giugno 2017, per un incarico che sarebbe teoricamente dovuto durare tre anni.
L’andamento della riscossione
Nel 2014, primo anno di governo Renzi, a Equitalia c’era (dal 2012) Benedetto Mineo in qualità di amministratore delegato e all’Agenzia delle Entrate la carica di direttore era ricoperta prima da Attilio Befera (fino al 26 maggio) e poi da Rossella Orlandi, nominata al suo posto proprio da Renzi.
Quell’anno, i miliardi recuperati all’evasione fiscale ammontarono a 14,2 miliardi di euro, di cui 8,1 miliardi da “attività di controllo”.
Isoliamo questa voce in particolare perché, come abbiamo scritto in passato, secondo autorevoli esperti è solo questa che va considerata parlando di “lotta all’evasione”. I miliardi recuperati sotto la voce “attività di liquidazione” (6,1 nel 2014) sono invece “versamenti tardivi di imposte regolarmente dichiarate dai contribuenti”. Non insomma soldi recuperati dagli evasori.
Nel 2015, il primo anno in cui Ruffini ha ricoperto l’incarico di ad di Equitalia, i miliardi recuperati dall’Agenzia delle Entrate – diretta da Orlandi – sono cresciuti a 14,9 (qui si possono scaricare i documenti relativi ai vari anni coi dati di dettaglio).
Di questi, 7,7 arrivano da attività di controllo (una voce dunque in calo), di cui oltretutto 200 milioni grazie alla voluntary disclosure cioè il rientro dei capitali illecitamente detenuti all’estero promosso dal governo.
Altri 6,9 miliardi provengono da attività di liquidazione e circa 300 milioni di euro da compliance dei cittadini.
L’Agenzia aveva infatti inviato nel 2015 circa 300 mila comunicazioni ai contribuenti, segnalando errori e dimenticanze nei versamenti dovuti e dando la possibilità di rimediare (comply) con sanzioni ridotte.
Nel 2016 i miliardi recuperati aumentano ancora, toccando quota 19 miliardi. Di questi, 10,5 provengono da attività di controllo, ma sono compresi ben 4,1 miliardi ottenuti grazie alla voluntary disclosure. Quindi i miliardi recuperati all’evasione grazie ad attività di controllo in senso stretto sono stati 6,4, un dato ancora in calo rispetto all’anno precedente.
I miliardi recuperati invece grazie alle attività di liquidazione aumentano ulteriormente, arrivando a 8. Dalla compliance arrivano poi altri 500 milioni di euro.
Il 2017, primo anno di Ruffini a capo dell’Agenzia delle entrate e il primo successivo all’abolizione di Equitalia, vede un altro aumento dei miliardi recuperati, che arrivano alla quota record di 20,1.
Non siamo in grado di ricostruire quanti di questi vengano da attività di controllo e quanti da attività di liquidazione, in quanto l’Agenzia ha cambiato i criteri in base ai quali aggrega i dati.
Di sicuro si riduce l’impatto della voluntary disclosure, che porta nelle casse dello Stato “appena” 400 milioni contro i 4,1 miliardi dell’anno precedente, mentre aumenta quello della compliance, che porta 1,3 miliardi di gettito contro i 500 milioni del 2016.
La decisione del governo Lega-M5S
Ruffini, che sarebbe teoricamente dovuto rimanere in carica fino al 2020, è stato sostituito l’8 agosto – almeno stando a quanto annunciato via Facebook dal vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio – dal generale della Guardia di Finanza Antonino Maggiore.
Al momento non è ancora consultabile il decreto che contiene la nomina e anche gli organi di stampa si sono richiamati, nel dare la notizia, al post sui social di Di Maio.
Anzaldi fa un’affermazione corretta, anche se necessita di alcune precisazioni. Durante l’epoca di Ruffini a Equitalia prima e Agenzia delle entrate poi – ma non necessariamente per solo suo merito – i miliardi recuperati sono in effetti passati da 14,2 nel 2014 a 20,1 nel 2017.
Si può però notare come in questo periodo (escluso il 2017, per cui non ci sono i dati di dettaglio) siano aumentati i miliardi recuperati grazie alla collaborazione dei contribuenti, mentre siano diminuiti quelli recuperati grazie al contrasto dell’evasione in senso stretto, tramite le attività di controllo.