di ALDO MOLTIFIORI – Questa riflessione vede le sue note a valle della dirompente elezione di Trump che personalmente ho accolto con grande rispetto perché espressione di una decisione “Responsabile” da parte della maggioranza del popolo americano. Il che, ancora a mio avviso è in netta controtendenza con la strategia del potere costituito, politico e finanziario, di iniettare irresponsabilità nella società. Come la storia dimostra un tale approccio al potere premia nel breve chi gestisce il potere ma distrugge la società nel medio e lungo periodo. Irresponsabilità fa sempre il paio con il parassitismo!
Ma tutto ciò come avviene? Avviene quando i tanti problemi sociali di una società complessa come quella attuale vengono affrontati in termini di cosa possiamo fare “NOI” per “LORO”. E, dopo decenni di una dissennata espansione del cosiddetto “STATO SOCIALE” le risposte sembrano oscillare tra “il 56% della società è inattiva” e peggio “il debito pubblico sulle generazioni future è un macigno schiaccia tutto”. In modo del tutto irresponsabile, la classe dirigente, per la verità sia a destra che a sinistra, come peraltro ho già accennato sopra, continuano ad applicarsi al folle esercizio di trovare nuove forme di sussistenza gratuita che inducano la gente ad abbandonare sempre più velocemente ogni forma di responsabilità. Ho già fatto rilevare che la proposta del reddito di cittadinanza è solo l’ultima e più disfattista in tal senso. Come non si fa a riconoscere che i beneficiari di una tale droga saranno spinti a sprecare la loro vita? Vogliamo tornare ai tempi di Diocleziano quando la società romana fu ridotta ad una massa di pezzenti che sopravviveva grazie ad un tozzo di pane ed una sbornia di violenza gladiatoria al Circo Massimo?
Ma, il vero problema non è tanto il costo finanziario di una tale follia, sebbene il suo impatto sui conti pubblici sarebbe tale da obbligare ad un ulteriore aggravamento della oppressione fiscale. La storia di cosa sia successo laddove l’individuo è stato sollevato dalla sua responsabilità – sfida di provvedere in primis alla sua sussistenza beneficiando di una sorta di manna dallo Stato gratuita (altro che manna biblica dal cielo) è tutt’altro che incoraggiante, anzi!
Dagli anni 60, Negli USA, in Gran Bretagna e dagli anni 90 del secolo scorso anche in Italia si è assistito ad una vera propria esplosione dello Stato sociale che però si è accompagnata ad una vera e propria escalation nella diffusione del crimine, della violenza e della droga, bambini con il genitore single e per finire una vasta e profonda degenerazione morale combinata con una sua ancora più preoccupante regressione sociale.
I sociologhi (politicamente funzionali al regime) hanno un bel dire che si tratta di una coincidenza e che la causa primaria sta nella alienazione sociale. Ma le coincidenze sono tante, troppe e nella gran parte, se non tutte, sono legate ad aree dove la gente vive la folle dipendenza di un reddito garantito dal Pubblico e quindi esonerato dalla sfida e dalla responsabilità individuali e collettive di provvedere per sé e per la famiglia.
Prima di arrivare al caso tutto italiano vediamo due esempi che dovrebbero aiutare a capire.
La Spagna ha vissuto la sua età d’oro nel XVI e nel XVII secolo. La sua manna era rappresentata dall’oro e dall’argento che in quantità enormi arrivava dalle sue colonie dell’emisfero occidentale. Questa immensa ricchezza ha consentito alla Spagna di procurarsi ogni berne e ogni servizio senza alcun bisogno di sviluppare le conoscenze e la tecnologia che invece furono sviluppati negli altri paesi dell’Europa. Divenne famoso in quel tempo delle vacche grasse per ogni spagnolo affermare che “Tutti servono la Spagna mentre la Spagna non serve alcuno”. In pratica però è successo che il progresso in termini di tecnologia, di scienza e di organizzazione del lavoro si è sviluppato altrove lasciando alla Spagna solo il momentaneo beneficio della sua esploitazione.
Ma! Una volta finita quella manna (l’oro e l’argento delle colonie) la Spagna divenne e rimase uno dei Paesi più poveri dell’Europa. Peggio, la disdegnante attitudine verso il lavoro produttivo, che invece si sviluppò nell’Europa protestante e riformatrice, diventò una eredità negativa per le generazioni future, non solo della Spagna ma anche nei territori delle colonie americane, caratterizzandone il comportamento anche dopo l’avvenuta indipendenza.
L’altro esempio degli affetti nichilistici prodotti dal sollevare l’uomo dalla sfida di essere il protagonista del suo futuro ci viene dall’Arabia Saudita. Lì la manna viene con il petrolio. In quel Paese lo Stato provvede a tutto tanto che non vi è alcun bisogno di lavorare. Ma la conseguenza è che oggi in quel Paese la maggioranza della popolazione non è più nativa ma è importata da molti paesi dell’Asia e dell’Africa. E anche lì come in Italia il leitmotiv è che gli stranieri fanno i lavori più umili che i sauditi rifiutano. La verità è che quella grazia, rappresentata dal petrolio, ha generato una classe dirigente favolosamente ricca e una popolazione così cullata da ogni forma di sussidio sociale ed economico da disdegnare ogni forma di lavoro. Il trionfo della irresponsabilità!
Dell’Italia che dire? Non ha mai avuto né l’età dell’oro della Spagna, né quella dell’Oro Nero (il petrolio) della Arabia Saudita. Eppure ha nella sua pancia la classe dirigente più ricca e la popolazione la più protetta e la più irresponsabile! Come dire la via Italiana alla distruzione di ogni principio della responsabilità sia individuale che collettiva. La prova? Il debito che, attraverso lo Stato, ogni cittadino ha contratto per poco meno di 40.000 €. E dove sta la irresponsabilità? Nel fatto che chi nasce oggi in questo paese viene caricato della responsabilità di saldare un tale debito da lui ereditato. Ma ciò che rende l’Italia del tutto speciale, a proposito della tanto decantata diversità, è che il peso di un tale debito non pesa equamente sulle spalle di tutti i cittadini. No! Questo è il paradosso tutto italiano: sebbene il debito sia stato prodotto essenzialmente in quelle aree (Il Meridione e il Lazio) dove si produce meno ricchezza di quanto non se ne consumi, sarà invece laddove il rapporto è inverso che si dovrà pagare quel debito. Detto in modo politicamente scorretto: chi lavora e produce, ovvero il responsabile, è chiamato a saldare il debito di chi non lavora e di chi non produce, ovvero l’irresponsabile. Il messaggio, cari Lombardi e cari Veneti, è chiaro e forte
LA RESPONSABILITA’ SENZA LIBERTA’ È SERVITU’ DELLA GLEBA
Nota finale: perché i “responsabili” lombardi e i veneti sono servi della gleba? Perché nella storia i servi della gleba erano coloro che erano legati per editto alla terra che coltivavano, erano tenuti a pagare parte del proprio lavoro ai Signori di quella terra. Erano obbligati a trasmettere ai loro discendenti il mestiere, le obbligazioni, gli oneri e i pesi contratti verso il Signore.
Oggi è peggio di ieri perché i figli dei Lombardi e dei Veneti saranno tenuti a saldare il peso e l’onere di un debito non già prodotto dai loro padri ma da quegli irresponsabili che in terre lontane hanno vissuto e vivono sulle loro spalle come una intollerabile soma.