Perché i prefetti requisiscono le case vuote per gli immigrati e non per i terremotati?

case estero

di MARCELLO RICCI – Perché i prefetti requisiscono le case vuote per gli immigrati e non per i terremotati? Forse i lettori ricorderanno una mia nota politica nella quale prevedevo che, a breve, per dare alloggio agli invasori clandestini, dopo le caserme vuote e i locali non utilizzati si sarebbe passati ad occupare le abitazioni vuote (seconde case). Nella stessa nota si rilevava che il diritto di proprietà  sarebbe stato superato dal dovere di fornire un tetto a chi arriva. Non è consentito lasciare esseri umani senza un tetto. Che il senso umano cancelli ogni altra legge è nell’ordine delle cose. Lo ha detto e ribadito a più riprese anche Bergoglio.

Il problema non nasce da criteri etici, umanitari, conseguenti ad un evento catastrofico come il terremoto, ma dalla necessità di fronteggiare “uno stato emergenziale” che per il protrarsi e il moltiplicarsi nel numero e nel tempo diventa realtà quotidiana. Si trasforma lo straordinario in ordinario.  La tv  l’altro giorno ha dato notizia che il Prefetto di una città della  Sicilia, non sapendo come sistemare i clandestini, ha ordinato l’utilizzazione delle case vuote (seconde case o abitazioni non affittate). L’accoglienza prevale sul diritto di proprietà. Si deve essere generosi e ovviamente i proprietari, sudditi disciplinati, dovranno farsi carico di tutte le tasse – non poche- che gravano sull’edilizia privata. Non basta. Anche le utenze dovranno pagarle i proprietari, colpevoli di possedere un seconda casa, molte vuote perché ancora di cerca dell’affittuario. Il “ padrone” spesso è un pensionato con modesto vitalizio che con la seconda casa sperava di integrare il modesto reddito. Non conta. Il clandestino prima di tutto!

Ma,  si è certi che ogni siciliano sia un “babbu leto” (scemo contento)?  Esaurite le seconde case o case  non abitate e continuando come è certo l’afflusso di clandestini – attualmente il 10%- della popolazione italiana, si passerà alla coabitazione imposta  prima a chi dispone di alloggi ampi per giungere a quanto avvenne nella Russia  nell’era di Stalin?  La “ kommunalka “ era l’abitazione dove varie famiglie convivevano con una cucina e un cesso in comune. Usavano pentole con lucchetto per difendere il proprio cibo. Si vive in un stato che non difende, non è capace, ma offende e ci riesce. Chi ha disposto in Sicilia  l’occupazione delle  case  libere?  Il Prefetto. Già, i prefetti, rappresentanti dello stato. Governo debole con i potenti, arrogante e prevaricatore con i deboli. I sudditi sono tali perché deboli, non raccoglie i sassi e non li scaglia contro chi li opprime.

Le prefetture impongono di utilizzare le case non abitate per gli sbarchi ma non per il sisma, questa è la verità…

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