di RICCARDO POZZI – Tra le figure più importanti dl nuovo corso leghista e, fatalmente, dell’intero esecutivo di cui la Lega fa parte ,c’è Giancarlo Giorgetti.
Giorgetti non è l’ultimo Salviniboys che si accapiglia per un selfy e nemmeno la pensionata che rincorre il premier per un bacio, è un dirigente di antico corso, una gatta vecchia , un pirata che ha visto molti arrembaggi finiti male e molti tentativi finiti in ritirata.
Ecco, Giancarlo Giorgetti, dopo mesi di dribbling e declamazioni di nuovi corsi politici e nuove ere di governo, ha sputato la pallina. “Sfondare il 3% tra deficit e PIL non sarebbe un dramma.
Ma come? Per venticinque anni ha fatto l’eminenza grigia di un partito che denunciava il sistema del debito in cambio di voti, agitava le manette in parlamento contro i ladri di pubblico denaro per finanziare il consenso, e adesso ci racconta che fare debito per sostenere le riforme promesse non è un dramma?
Certo non è un dramma. E’ di più. E’ un gigantesco tradimento verso la sua terra (la Lombardia) che ogni anno produce 50Miliardi di euro in più di quanto non le venga trasferito per far fronte ai servizi, peraltro di ottima qualità, ai suoi cittadini.
Un dirigente che ha visto tutte le stagioni del movimento, dalla secessione al “prima gli italiani” non può prospettare come soluzione ai problemi di bilancio la stessa fregatura a debito dei governi democristiani, pentapartitici e centro-democratici degli ultimi decenni. No perché lui viene da una forza che faceva della conoscenza dei residui fiscali la chiave di lettura del sacco del nord, come lo ha definito il prof. Ricolfi.
Lui conosce le magagne della prima e della seconda repubblica, incise nella carne del suo stesso partito.
Non può raccontarci che nuovi indebitamenti possono essere la soluzione ai vecchi.
Al contrario dovrebbe spiegarci come un intelligente e scaltro dirigente come lui si sia convinto a dare credito a simili politiche, senza che un briciolo della sua residua coscienza gli abbia ricordato il luogo mentale da cui proviene, e quello politico da cui provenivano i suoi bonifici.
Ma ormai la pallina è stata sputata, uno dei più importanti dirigenti del governo attuale prospetta ,come soluzione alle promesse elettorali in essere, l’aumento del deficit pubblico e dunque del debito.
La pallina è nascosta lì, in mezzo ai nuovi sbarchi, agli screzi con la UE ai nuovi patriottismi gialloverdi, all’inizio del campionato, ai raduni oceanici di Fedez e Ferragni, alle offerte speciali di divani e nei titoli di dubbia fede dei tg della sera.
Ma tutti l’abbiamo sentita e compresa.
Ricordiamocene, perché potrebbe tornare presto utile.