Sulla carta stampata è comparso un servizio in cui si sottolinea la superiorità dell’Europa rispetto a Stati Uniti, Cina e altre comunità, perché nel Continente e quindi in Italia, non esiste la pena di morte. Questa è una sacrosanta ipocrisia, perché se in effetti tale pena non è contemplata dal nostro Codice, in pratica esiste, eccome! Con la tragica differenza che certi efferati delitti rimangono impuniti.
Consideriamo ad esempio le decine e decine di suicidi provocati da Equitalia e da leggi infami che la giustificano; consideriamo i delitti della criminalità organizzata; consideriamo le centinaia di decessi per stupri, rapine e incidenti, non sono forse pene di morte convalidate dallo Stato? O, forse, folcloristiche dimostrazioni di libertà individuali? No. Sono conseguenza di carente presenza di questo Stato, così prodigo a sperperare risorse in privilegi alle caste, e a non trovarne per la sicurezza dei cittadini. Non vantiamoci, almeno.
Diamo a Dio quel che è di Dio ma a Cesare quel che è di Cesare e smettiamo di sostenere che da noi non esiste la pena di morte. E’ solo più subdola, mascherata. Siamo tutti d’accordo con Cesare Beccarla che la pena di morte non è un deterrente sufficiente a prevenire il crimine ( lo dimostrano le esecuzioni annuali nei Paesi dove è prevista), ma non avere la certezza della pena, italica consuetudine, è essa stessa una condanna a morte, ma per i cittadini onesti e virtuosi! Lo stesso Beccaria indicava la necessità di un rapido giudizio e di una adeguata pena, come fondamentale esempio e necessità per la collettività.
L’impunità del crimine, crea numerosi imitatori all’illegalità.
Unione Padana Mantova