Partito dei Veneti, Guadagnini candidato presidente alle regionali. Il manifesto per l’autogoverno. “Dopo 3 anni nessuna autonomia”


Sarà Antonio Guadagnini il candidato presidente della Giunta Regionale del Veneto alle prossime
elezioni per Il Partito dei Veneti.
Lo ufficializza con una nota lo stesso Guadagnini, che ha accettato il reiterato invito da parte degli
aderenti al patto, siglato a Padova nel mese di ottobre scorso, durante una convention a cui hanno
partecipato oltre mille esponenti dell’autonomismo ed indipendentismo veneto.

“Dopo anni di divisioni, questa volta abbiamo iniziato per tempo un percorso che tende
all’unitarietà di chi crede nell’autogoverno del Veneto – spiega Antonio Guadagnini – ci
presentiamo come una forza politica competitiva ed affidabile. Il Partito dei Veneti è una
formazione politica indipendente dai grandi partiti nazionali, che parla di contenuti concreti. Ci
rivolgiamo al Veneto che dovrà fronteggiare un lock down che farà più danni sul piano economico
e sociale dell’epidemia di Covd19.

Noi promettiamo ai veneti che saranno governati da un
presidente veneto che risponderà solo a loro e non, come abbiamo visto negli ultimi trent’anni e
anche recentemente, succube a ricevere ordini di segreteria da Milano e da Roma. Quante volte
abbiamo sentito le frasi “stiamo aspettando da Roma” o “se a Milano non ci fosse una situazione
diversa”.

Noi non siamo né il partito di Roma né quello di Milano, noi siamo “Il Partito dei Veneti” ed a
questi e solo a loro risponderemo della nostra azione di Governo”.
Anzi azione di autogoverno, termine che campeggia nelle comunicazioni del “Partito dei Veneti”
formazione politica che ha il leone di San Marco su campo rosso che campeggia sul simbolo.

“Quel leone è stato tradito da quasi mille giorni – aggiunge Antonio Guadagnini – a chi mi chiede a
cosa puntiamo io non do percentuali, ma un numero: 2.273.985. Sono i veneti che il 22 ottobre di
ormai tre anni fa si sono messi in fila per dire sì all’autonomia, troppe volte promessa e mai
realizzata. Noi quel traguardo lo vogliamo centrare. Perchè anche la recente epidemia con tutte le
decisioni prese a Roma e misure che erano studiate più per compiacere i percettori di sussidi che
per tutelare il Veneto produttivo, ha dimostrato chiaramente che di centralismo si muore”.

Di seguito la lettera manifesto della candidatura di Antonio Guadagnini e due messaggi di
endorsement tra i moltissimi arrivati in queste ore ad Antonio Guadagnini.
Antonio Guadagnini è consigliere regionale eletto dal maggio del 2015. 53 anni, due lauree
(economia e filosofia), padre di due bambini, Guadagnini è docente in aspettativa. Risiede a San
Giuseppe di Cassola (Vicenza) con la famiglia ed ha un grande sogno come moltissimi altri veneti:
l’auto governo del Veneto.
Al fianco di Antonio Guadagnini ci sono tutte le anime principali dell’autonomismo e
dell’indipendentismo veneto, qui di seguito in ordine alfabetico, i messaggi arrivati alla vigilia
dell’ufficializzazione della candidatura da alcuni esponenti del mondo che si riconosce ne “Il
Partito dei Veneti”.

Il professor Stefano Zecchi, candidato sindaco di Venezia con Il Partito dei Veneti scrive:
Il progetto politico e amministrativo di Antonio Guadagnini è una “visione” necessaria per
guardare a un futuro di vera speranza e concreti obiettivi. Esso si pone oltre il limite dell’urgenza
presente, verso la costruzione di un’amministrazione del bene comune capace di valorizzare le
risorse umane e produttive in un’ottica nuova, dove la logica locale e territoriale può essere volàno
di una grande rinascita europea e mondiale.
Lo sviluppo e la modernizzazione del Veneto richiede autogoverno e autonomia: la nostra regione
ha dimostrato, indubbiamente, un’ottima amministrazione ordinaria, ha dato prova di
un’eccellente struttura socio-sanitaria grazie alla quale i colpi terribili della pandemia sono stati
contenuti; ma il Veneto deve andare avanti e solo il cammino autonomista gli può consentire di
agire con una sua leva fiscale per il migliore sviluppo economico e sociale. In questa prospettiva, il
Veneto potrà opportunamente integrarsi in un contesto europeo, nella nuova Europa delle
eccellenze delle comunità territoriali umane, economiche e culturali che, oltrepassando la
fallimentare idea di unione di Stati nazionali, rappresenta l’unica possibilità di una vera comunità
europea, in cui Venezia dovrà essere la riconosciuta capitale di questa nuova Europa.

Alessio Morosin, già candidato a Governatore nel 2015 scrive:
Il nostro amato Veneto ha bisogno di riscattarsi e di uscire dalle spire mortali dello statalismo e del
sovranismo italiano.
Una forza territoriale come il Partito dei Veneti è indispensabile per dare concreta attuazione
(senza altri ritardi ingiustificati) alla volontà di autonomia rivendicata plebiscitariamente con il
referendum del 22.10.2017 e per avviare il percorso di autodeterminazione con una nuova
costituente.
Con Antonio Guadagnini e con una squadra di persone decise e competenti sarò anch’io presente
alle prossime regionali come candidato per il PdV, convinto che bisogna guardare oltre l’attuale
maggioranza veneta e sostenere l’unica forza territoriale di autonomisti e indipendentisti capace di
liberare il Veneto dal fallimento dei partiti italiani.

Corrado Callegari scrive:
Autonomia e risorse: questo è il grande tema e da qui passa l’unica svolta possibile per il Veneto.
Non si può rimandare l’autogoverno del nostro territorio, le tasse che paghiamo e il residuo fiscale
sono il tesoretto che dobbiamo svincolare da Roma. Nessuno lo ha ancora fatto, girando attorno a
promesse e appuntandosi sul petto successi che sono frutto del lavoro e del sacrificio di altri.
Sosteniamo Antonio Guadagnini e tutta la squadra che ci vede impegnati per cambiare la vita
quotidiana del popolo veneto.

Lucio Chiavegato scrive:
Confermo il mio appoggio alla bozza di contratto elettorale in allegato con la candidatura di
Guadagnini alla presidenza della Regione.

Pierangelo Del Zotto scrive:
PRIMA IL VENETO tramite il proprio Segretario Nazionale Pierangelo Del Zotto, ringrazia
Antonio Guadagnini per la sua disponibilità e nell’augurare buon lavoro a Lui, ai suoi
Collaboratori e ai Candidati tutti, invita gli Elettori a sostenere il Partito dei Veneti in questo
importante e decisivo impegno elettorale dal quale dipenderà il futuro del Veneto.

Nicola Fragomeni scrive:
Carissimo Antonio, abbiamo un’occasione unica ed irripetibile per far sentire con forza il bisogno
di autonomia. La tua candidatura alla presidenza del Partito dei Veneti è una concreta
assicurazione per far sentire il nostro grido a sostegno di quei 2.300.000 veneti che l’hanno votata
in un referendum che resterà nella memoria di tutti e sarà consegnato alla storia dei veneti.
Sono felice che sia tu a portare la bandiera di tutti noi.
Ti saluto con stima
Nicola Fragomeni
Sindaco di Santa Maria di Sala

Antonio Zanchin scrive:
Veneto Stato, tramite il presidente Antonio Zanchin, appoggia la candidatura di Antonio
Guadagnini alla presidenza della regione Veneto. Invita gli elettori a votare il ” Partito dei Veneti”
in questo importante appuntamento elettorale.

 

IL MANIFESTO
Partito dei Veneti scende in campo e sfida la Lega: dopo tre anni nessuna autonomia
Il Partito dei Veneti rompe gli indugi e lancia la Candidatura di Antonio Guadagnini alla
presidenza del Veneto. Guadagnini è laureato in Economia e Filosofia, ha esperienza
amministrativa comunale e regionale oltre ad essere autore di diverse pubblicazioni e convention
internazionali sul diritto dei popoli e degli individui all’autodeterminazione. Leader della storica
discesa su Roma nel 2008 di oltre 400 sindaci veneti nella battaglia per trattenere il 20% dell’IRPEF
i Veneto, poi segretario di Veneto Stato, da oltre 10 anni porta avanti la battagli indipendentista e
autonomista dentro e fuori le istituzioni.

Sono candidato alla presidenza della Regione Veneto dal PARTITO DEI VENETI perché noi
abbiamo un’idea diversa da tutti gli altri del Veneto. Noi pensiamo il Veneto come un’area
metropolitana policentrica e pensiamo a Venezia come luogo simbolo di questa grande area
metropolitana: l’idea è quella della ‘Grande Venezia’ (sul modello della ‘Greater London’ di Ken
Livingstone). Di conseguenza, serve un’adeguata politica dei trasporti, dei servizi e delle
infrastrutture, a cominciare dalla ‘metropolitana di superficie’ SFMR, ecc. Pensiamo al Veneto come
un’area perfettamente integrata nel contesto europeo e hub della rete globale.
Pensiamo al Veneto come parte integrante di una nuova Europa delle piccole comunità, che vada
oltre la vecchia Europa degli Stati nazionali. Pensiamo che Venezia possa benissimo essere una
delle capitali di questa nuova Europa. Pensiamo, infine, che questa nuova Europa possa essere
costruita, se necessario, anche dal basso, attraverso legittimi processi di Autodeterminazione. Per
realizzare questa idea del Veneto ci candidiamo a governarlo con una squadra di figure autorevoli
e competenti.
Non è possibile un’alleanza con la Lega per quello che è successo nella passata legislatura. La Lega
ha subito una decisa trasformazione centralista in questi 5 anni, essa non è più un partner
adeguato: come ho detto, per me rimangono fondamentali le battaglie per l’autogoverno e per
l’autodeterminazione.
I problemi del Veneto sono legati alla mancanza di risorse. Quindi non contesto la gestione
amministrativa ordinaria, quella è buona da quando l’ente Regione esiste. La vicenda Covid-19 lo
dimostra. Ci siamo salvati grazie al nostro sistema socio-sanitario, frutto di scelte fatte 30 anni or
sono (e all’Università di Padova), che regge nonostante tutti i tagli che ha subito negli ultimi 20
anni.
In Veneto c’è da sempre buona amministrazione a tutti i livelli da quello regionale a quello
comunale. Ma ciò non è più sufficiente per riuscire ad avere servizi all’altezza. Diventa allora
necessario, non solo interrompere il continuo drenaggio di risorse che il Veneto subisce da decenni,
ma anzi ottenere da Roma risorse e competenze aggiuntive per dare ai veneti ciò che meritano. A
questo fine era fondamentale la battaglia per l’autonomia. Quella partita col referendum 1000
giorni fa. Quella per la quale è stato mobilitato tutto il popolo Veneto, verso il quale Zaia ha
assunto impegni precisi. Dopo tutto questo tempo, si può tranquillamente dire che essa è ormai
persa. Ciò che non ha funzionato è la strategia di Zaia: non ha spinto a sufficienza. Era chiaro che
la nuova Lega nazionale non avrebbe affiancato il Veneto in questa battaglia. A questo punto era
necessaria una scelta radicale: o con la Lega o col Veneto. Salvini ha completamente abbandonato il
Veneto, soprattutto quando era al Governo. Solo una forza territoriale veneta può andare oltre per
realizzare in primis una vera autonomia su temi forti e concreti.
Per esempio la questione della Pedemontana. Non è possibile pagare una infrastruttura 10 volte il
suo costo, e questo poteva succedere col secondo atto aggiuntivo firmato da Zaia nel 2013. La
situazione è migliorata col terzo atto del 2017. Ma pagare 12,5 miliardi un’opera che ne costa 2,3 è
sempre troppo. E comunque, non è accettabile essere ridotti a fare opere pubbliche con il project
financing per mancanza di risorse pubbliche. Anche da questo punto di vista la battaglia
autonomista deve essere fatta con tutta la determinazione necessaria ed essa è prioritaria rispetto a
qualsiasi appartenenza di partito.
E ancora. La gestione della crisi delle popolari Venete. Non si doveva assecondare il progetto di
fusione del fondo Atlante, ma si doveva spingere per due salvataggi separati. I soggetti finanziatori
del fondo Atlante sono venuti in Veneto per fare shopping o meglio per saccheggiare, non per
aiutare il nostro sistema bancario. Lo dimostra il risultato finale.
Avevamo proposto di creare un’agenzia veneta per la riscossione dei tributi, secondo me
assolutamente necessaria, per non lasciare i contribuenti veneti sotto le grinfie della ex Equitalia, e
per attuare forme concrete di autonomia, ma non sono stato ascoltato.
Abbiamo presentato una proposta di legge per regionalizzare l’IRPEF, altra forma di autogoverno
concreto, che la Lega ha snobbato. Era secondo me una iniziativa da sostenere.
Altra nostra iniziativa è stata quella di Veneto Welfare, soggetto regionale che promuove la
previdenza integrativa e il welfare integrato. È fondamentale che la regione investa molto in
iniziative come questa (succede nella regione meglio amministrata in Italia, il trentino Alto Adige).
Ma ciò non è successo.
In estrema sintesi, la Lega ha le sue priorità, che non sono le mie.
Tra l’altro, da due anni non facciamo incontri di maggioranza per concordare le cose da fare, mi
pare di poter dire che l’alleanza si è, via via, auto-dissolta.
Noi, come Partito dei Veneti vogliamo che il Veneto sia finalmente governato da una forza politica
territoriale, che a differenza dei partiti nazionali, sia in grado di tutelare interessi e prerogative dei
veneti. I partiti nazionali, Lega compresa, hanno dimostrato in questi anni come si comportano,
quando sono al governo nazionale, nei confronti del Veneto: promesse, promesse, promesse e poi
tagli, tagli e ancora tagli. Solo un partito territoriale, può avere potere contrattuale nei confronti
delle consorterie romane, le quali invece, come abbiamo visto, riescono a condizionare i partiti
nazionali piuttosto agevolmente.
Antonio Guadagnini
Partito dei Veneti

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