di MASSIMILIANO PRIORE – Questa volta più che un articolo, vorrei scrivere un post personale e lo faccio per portare la mia testimonianza circa un problema che è stato toccato su una delle pagine de lindipendenzanuova.com che a sua volta ha ripreso un articolo de “Linkiesta”.
Sto parlando della disoccupazione dei quarantenni e della loro difficoltà enorme a trovare lavoro.
Ecco, io, oltre a scrivere, ho anche un’agenzia. Non metto di che cosa perché non voglio farmi pubblicità tramite questo canale.
Dico solo che tra sgravi Inps, sgravi Inail e altre agevolazioni, per me è meno dispendioso assumere persone appartenenti a due fasce d’età: quella fino ai 30 anni (prima era 35) e quella oltre i 50. E mi vedo costretto a scartare persone valide, a meno di casi particolari. Altrimenti, rischio di pagare più di quanto non incassi e di far saltare tutto.
Certo, questo problema può essere ovviato facendo aprire la partita iva, ma capite che non è sempre il caso, che non è una cosa semplice e che non tutti sono disposti a farlo (non sto parlando solo del mio caso, ma in generale).
Queste persone in difficoltà, che spesso sono invisibili perché nessuno pensa a loro, anzi, mi pare che spesso l’argomento non venga neppure preso in considerazione (si parla dei giovani disoccupati, degli esodati, dei pensionati, ma di loro mai).
Considerate che per loro non ci sono solo problemi pratici, ma anche di tipo psicologico.
Ci vogliono interventi politici mirati ad aiutare queste persone. Occorre che qualche forza politica si faccia carico delle loro istanze.