Sono in tanti a chiedersi: e adesso, che farà Berlusconi, Forza Italia resterà lì imbambolata a prenderle dalla Lega che, pur perdendo 55mila voti, sorpassa il Cav che di voti ne ha persi 400mila!?
Il vero nodo o snodo, se si preferisce, sta nel futuro politico del centrodestra, che oggi non esiste più e che è per dna diverso da Salvini e Borghezio. Come lo era da Bossi, ma erano altri tempi e Bossi era anche un altro segretario in un’altra stagione storica. Nulla si può più ripetere.
Paradossalmente, oggi, la vittoria della Lega è persino prematura. Forse il 20% che la vede lievitare di tre volte su se stessa, è persino un rischio, un avventurarsi su strade insidiose perché in politica basta poco per salire e per cadere. L’arrembaggio ha un suo costo, la spregiudicatezza paga ma non è da sottovalutare la reazione di Berlusconi, ammesso che sia continuativamente lucido politicamente, e del suo gruppo dirigente. Paradossalmente, la battaglia per l’ingaggio alla leadership nel centrodestra doveva o poteva partire dopo, le partenze a razzo nel sistema del potere, non garantiscono una uguale tenuta per altrettanto lungo tempo. Vanno consolidate ma a patto vi sia una realtà dietro al partito che avanza, e non solo consensi.
E poi ci sono le alleanze parlamentari, non ci sono solo quelle legate ad un patto per il centrodestra. C’è la riforma elettorale, c’è il capo dello Stato da eleggere, e non prima di Expo. Quindi il voto anticipato allunga il passo. Così pare. A questo punto, per Forza Italia e i suoi rottamatori interni, c’è tutto il tempo per riprendere il filo del discorso e per Berlusconi e i suoi, il tempo per dialogare con Renzi e pensare ad alleanze nuove. A meno che si possa pensare che sulla scorta del successo in Emilia, a parlare di riforma elettorale possano sedersi con Renzi, Borghezio e Casa Pound. In politica tutto è possibile.
Presidente Indipendenza Lombarda