Non solo Covid – Peste suina africana, la politica ignora l’emergenza e la catastrofe agroalimentare

“Il ministero della Salute deve immediatamente attivare un monitoraggio per verificare la diffusione della malattia e avviare un piano di abbattimento di tutti gli animali infetti o potenzialmente infetti”. Lo afferma Agostino Macri’, esperto dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc) per la sanita’ pubblica veterinaria, dopo il caso accertato di Peste suina e gli altri due sospetti nei cinghiali morti tra Piemonte e Liguria. “Per questa seria malattia – prosegue Macri’ – non esistono ne’ vaccini ne’ terapie, quindi l’unica possibilita’ e’ di eliminare tutti gli animali infetti, possibilmente prima che l’epidoozia si possa diffondere sul territorio e negli allevamenti suini, cosa che implicherebbe non solo gravissimi danni per gli allevatori, per il patrimonio zootecnico e le aziende di trasformazione, ma, in ultima analisi, anche per i consumatori per il rischio di rialzi del prezzo della carne suina e dei suoi derivati”.

“Siamo costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria, perche’ e’ mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali che invadono citta’ e campagne, da Nord a Sud dell’Italia, dove si contano ormai piu’ di 2,3 milioni di esemplari”. Con queste parole Coldiretti Vicenza condivide la forte denuncia lanciata dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, dopo il caso accertato di Peste suina africana e altri due in attesa di conferma, tra Piemonte e Liguria, come gia’ successo in Germania e nell’Est Europa. “Abbiamo piu’ volte evidenziato – prosegue Coldiretti Vicenza – il rischio della diffusione della Peste Suina Africana (Psa) attraverso i cinghiali e la necessita’ della loro riduzione, sia numerica che spaziale, attraverso le attivita’ venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 art. 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette”.

“Serve subito – aggiunge ancora Colrdiretti Vicenza – un’azione sinergica su piu’ fronti, anche con la nomina di un commissario in grado di coordinare l’attivita’ dei prefetti e delle forze dell’ordine, chiamate ad intensificare gli interventi, per tutelare e difendere gli allevamenti da questa grave minaccia che rischia di causare un gravissimo danno economico alle imprese. La Peste Suina Africana, che puo’ colpire cinghiali e maiali ed e’ altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non e’, invece, trasmissibile agli esseri umani. Servono interventi immeditati per fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti ma occorre anche – conclude Coldiretti Vicenza – monitorare attentamente la situazione per evitare strumentalizzazioni e speculazioni a danno del settore. Si ravvisa infine la necessita’ di avviare iniziative comuni a livello europeo, perche’ e’ dalla fragilita’ dei confini naturali del paese che dipende l’elevato rischio di un afflusso non controllato di esemplare portatori di Peste”.

“Da inizio legislatura, sia alla Camera che in Europarlamento, come Fratelli d’Italia chiediamo che l’Italia e il suo Governo pretenda la rimozione dell’embargo delle carni suine sarde per la Peste suina africana”. Lo dichiara, in una nota, il deputato di FdI, Salvatore Deidda. “Lo abbiamo fatto, con interrogazioni, emendamenti, proposte di legge – prosegue il parlamentare sardo – mostrando i numeri e i risultati ottenuti da questi anni di lotta senza tregua e dai sacrifici dei nostri allevatori e produttori e lo abbiamo fatto segnalando che in altre zone d’Europa dilagavano focolai preoccupanti di fauna selvatica ma dai vari Governi nessuna risposta”. “Con la collega Caretta e i senatori De Carlo e La Pietra, abbiamo proposto provvedimenti di contenimento e controllo della fauna selvatica. Il problema non e’ in Sardegna. Siamo un’Isola ed e’ ora di rimuovere l’embargo. I nostri prodotti saranno un volano per tutto il settore italiano”, conclude Deidda.

La Peste suina africana (PSA in breve), che sta mettendo in allarme gli allevatori di suini in Piemonte e in Liguria mentre ha avuto precedenti in Sardegna, e’ una malattia virale che colpisce i maiali e i cinghiali selvatici. Il virus, innocuo per l’uomo, ha provocato gravi perdite economiche in vari Paesi. Non esistendo vaccini specifici, in caso di epidemia e’ necessario abbattere, nelle zone interessate, un gran numero di maiali d’allevamento. E’ quanto precisa l’Efsa, l’Autorita’ europea per sicurezza alimentare, che da luglio scorso ha intensificato gli sforzi per arrestare la diffusione della Peste suina africana in Europa estendendo la campagna d’informazione gia’ in corso ad altri nove Paesi, nell’Europa sud-orientale. La campagna di sensibilizzazione sulla malattia era stata condotta in collaborazione con le locali autorita’ dei Paesi classificati come “zone di preoccupazione” – cioe’ Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Kosovo*, Montenegro, Macedonia settentrionale, Serbia e Slovenia – in ragione della loro vicinanza ai Paesi in cui la Psa e’ presente. L’Efsa ha poi esteso la campagna – rivolta principalmente agli agricoltori – a Bulgaria, Repubblica Ceca, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Estonia, Ungheria e Romania. “Come organismo scientifico stiamo lavorando senza sosta – afferma Nikolaus Kriz, a capo dell’unita’ Efsa di “Salute animale e vegetale” – per produrre valutazioni ed esprimere raccomandazioni che possano aiutare i Paesi minacciati dalla Peste suina africana a proteggere i loro animali e le loro economie”. La campagna intende affiancare le misure in atto presso la Commissione europea e altre organizzazioni internazionali per eradicare la malattia in Europa. Poiche’ un’epidemia di Psa puo’ avere effetti devastanti, l’individuazione, la prevenzione e la segnalazione sono essenziali per contenere questa malattia. Sono queste le parole chiave della campagna.

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