Non serve cambiare legge elettorale, basterebbe cambiare lo Stato

di Monica Rizzi – Tempo fa un studio di Confcommercio affermava che esistono due Italie, una che è in ginocchio, tutta l’area del Nord, che ha perso il 60% dei consumi interni. Dentro c’è tutto: perdita del lavoro, perdita del potere d’acquisto, impoverimento per colpa del fisco e della burocrazia. Sentite cosa affermava il presidente Carlo Sangalli: “Nessuna area del Paese è stata risparmiata dalle conseguenze del Covid. Nell’anno in corso perderemo oltre 116 miliardi di consumi e circa 9,5 punti di Pil. Per tornare a crescere, grazie anche ai fondi europei, servono provvedimenti più incisivi e rapidi nella loro applicazione. Il tempo non gioca a nostro favore e i nodi fiscali e burocratici che rallentano la crescita devono ancora essere risolti”.

Ma i consumi regionali sono, come anticipato, differenziati.

Se a livello nazionale la previsione è di un calo del 10,9% (pari a una perdita di 116 miliardi, 1.900 euro pro capite), il Nord risulta l’area più penalizzata (-11,7%, con il Trentino Alto Adige capoclassifica a -16%), con quasi il 60% del calo complessivo concentrato nelle sue otto regioni e con la Lombardia che registra la maggiore perdita in valore assoluto (oltre 22,6 miliardi di consumi), mentre nel Mezzogiorno la riduzione della spesa sul territorio è più contenuta (-8,5%, Molise con -7,5% la regione meno penalizzata) a causa della minor presenza di turisti stranieri e di una minore caduta dei redditi. In ogni caso, il quadro complessivo appare sconfortante e in tutti i territori, per differenti ragioni, dovrebbero passare almeno cinque anni per tornare ai livelli di spesa pro capite del 2019.

“Rimangono pertanto fondamentali – sottolinea l’Ufficio Studi – riforme strutturali, da finanziare in parte con i fondi europei, per tornare a crescere a ritmi più coerenti con le legittime aspettative di famiglie e imprese”.

Forse che va cambiato lo Stato. Macroregioni, subito, federalismo fiscale. concorrenza fiscale tra regioni come in Svizzera. Altrimenti è la solita solfa.

Monica Rizzi, responsabile organizzativo federale Grande Nord

 

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