Non c’è partito che possa durare a lungo quanto il messaggio del Risorto

pasquadi RICCARDO POZZI – Dunque , in fondo, cos’è che rende immortale la figura di Gesù di Nazareth?
Il fatto che sia veramente esistito? Non ci sono prove storiche.
Il fatto che fosse davvero figlio di Dio? Nessuno può esserne certo (Per questo si chiama fede).
L’immortalità della figura di Gesù risiede nella potenza del suo messaggio, nella forza dirompente delle sue parole. Ecco perchè continua a morire e a risorgere il giorno di Pasqua.
E’ per questo che, a ben guardare, la sua reale esistenza, la sua natura divina, il valore storico dei vangeli hanno ben poco a che fare con la sua longevità.
La capacità di attraversare i secoli dipende esclusivamente dalla breccia che le sue parole sono in grado di esercitare sulle nostre coscienze, sul quelle di ogni uomo e ogni donna di ogni epoca.
Gesù non è punitivo, vendicativo, sovrastante, non chiede prove di amore, non impone di sacrificare il figlio per poi fermarti la mano, non prescrive comportamenti imposti con la forza, non giudica e chiede di non giudicare, non reagisce e chiede di non reagire, tutta la sua vita, che fosse reale o no, si basa su un solo grande comandamento, una sola gigantesca e pesantissima esortazione: “Amatevi gli uni agli altri come io vi ho amato”.
Ma questa è una realtà laica di potenza ineguagliabile.
Da quello discende tutto, l’accettazione di altre religioni ma anche il dovere di respingere la loro violenza, l’accondiscendenza attiva verso le leggi dell’uomo ma anche la capacità di rifiutarle quando vanno contro la natura umana, il vivere in accordo con le pervasive leggi dell’economia ma conservando la forza di reagire se queste prevaricano i diritti degli esseri umani.
Schiavitù, diritti umani, tirannia morale, detenzione politica, prevaricazione economica, discriminazione sessuale, arricchimento indebito.
E’ tutto inscrivibile nell’unico grande comandamento evangelico, che si creda in Dio o no, che si sia di qualunque religione intorno al globo, tutto quanto finisce nell’imbuto morale che Gesù ha affrontato durante la sua ipotetica o concreta esistenza terrena.
E forse, ripensando a queste considerazioni, la cosa migliore è farsi venire alla mente la frase più geniale pronunciata da Joseph Ratzinger: “Comportatevi come se esistesse”.

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