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Nell’accordo con Di Maio, la Lega dice SI ai punti del referendum del 4 dicembre per cui aveva votato NO

referendum-costituzionale_0-640x342 “Occorre partire dalla drastica riduzione del numero dei parlamentari: 400 deputati e 200 senatori”. La ‘sforbiciata’ é contenuta nel contratto di governo Lega-M5S, una versione semi-definitiva, in possesso dell’Adnkronos, che aspetta solo il via libera di Matteo Salvini e Luigi Di Maio su alcune parti che risultano evidenziate in rosso.  Con la sforbiciata al numero di parlamentari, che si accompagna -nello stesso paragrafo- anche all’introduzione del vincolo di mandato popolare contro i cambi di casacca, per i relatori del documento renderà “più̀ agevole organizzare i lavori delle Camere” e “più̀ efficiente l’iter di approvazione delle leggi, senza intaccare in alcun modo il principio supremo della rappresentanza, poiché́ resterebbe ferma l’elezione diretta a suffragio universale da parte del popolo per entrambi i rami del Parlamento e non se ne snaturerebbero natura e funzioni. Sarà in tal modo possibile conseguire anche ingenti riduzioni di spesa poiché́ il numero complessivo dei senatori e dei deputati risulterà̀ quasi dimezzato”. Ecco dunque lo snodo sul vincolo di mandato. “È’ necessario introdurre espressamente il ‘vincolo di mandato popolare’ per i parlamentari – si legge – per rimediare al sempre più crescente fenomeno del trasformismo. Del resto, altri ordinamenti, anche europei, prevedono il vincolo di mandato per i parlamentari; è noto l’articolo 160 della Costituzione portoghese, il quale dispone che il deputato decade dal mandato semplicemente se si dimette dal gruppo parlamentare del suo partito e contemporaneamente si iscrive al gruppo di un’altra fazione politica”.
Ma c’è anche l’abolizione del Cnel nella bozza del contratto di governo in possesso dell’Adnkronos. Si tratta di una versione semi-definitiva, che attende il via libera dei due leader in alcuni punti nevralgici evidenziati in rosso. “Altre questioni da affrontare in termini costituzionali – si legge infatti – sono: l’abolizione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, istituzione rivelatasi inefficace rispetto agli scopi per i quali era stata concepita, e l’affermazione del principio della prevalenza della nostra Costituzione sul diritto comunitario, sul modello tedesco, fermo restando il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione.
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