di RICCARDO POZZI – Non a caso il genio della rete di Salvini, Luca Morisi, se ne intende di anagrafica. Perché qui le idee non contano più nulla. L’unica scienza è la demografia.
Se fossi stato una mosca in una delle riunioni del gruppo dirigente prima della svolta nazionalista antiautonomista in Via Bellerio, avrei visto un Salvini furibondo, ne aveva le ceste piene di arrivare al massimo all’11-12% nazionale e poi vedere che nessun federalismo metteva nemmeno il piede fuori dalla porta di Montecitorio. Avrei visto i pragmatici come Giorgetti immergersi nelle carte nei diagrammi , nelle funzioni, negli algoritmi simulatori, allargare le braccia e verificare che gli italiani del sud, ovunque residenti non avrebbero mai votato nessuna autonomia del nord. Il norditalia non avrà mai la forza demografica di scegliere il proprio futuro e andarsene. Punto.
E questo, anche se sembrano i conti della serva, lo abbiamo tutti verificato nelle reazioni agli ultimi referendum. Milano è Mmalano ormai da decenni, la città che dovrebbe guidare il cambiamento per vocazione e dimensioni è la più conservatrice di tutte; camorrie, mafie e ndranghete si sono infiltrate nel nord produttivo e anche nel nord est che pareva meno permeabile. Certo a Roma hanno una gran fretta a dire che le mafie sono anche al nord, come si evince dalla moltitudine di Ciri, Carmeli e Salvatori evidentemente endemici nel lombardo-veneto e usciti dalle inchieste padane.
Ma il dado ormai è tratto. Le velleità di autonomismo delle regioni che sarebbero ancora in grado di ripagare il debito pubblico, con i loro residui fiscali attivi, sono ormai naufragate, anche se Zaia seguita ad abbaiare alla luna che illumina il quirinale; perciò la cabeza del pelotòn della Lega ha ormai abbandonato una causa che, non fosse altro che per mera conseguenza demografica, non avrebbe mai potuto avere l’avallo dell’intera nazione. Non per via democratica, vedi Catalunya.
Non è vero che i popoli si autodeterminano, i popoli si accorpano per convenienza politica e si separano per consensuale interesse della loro maggioranza, e le minoranze che s’arrangino.
Rimane solo un piccolo, insignificante ostacolo alle strategie nazional-unitarie di Salvini e soci.
I 100 Miliardi di residuo attivo prodotto da lombardi veneti ed emiliani ogni anno e ogni anno sacrificato alla perequazione interregionale, è sempre più insufficiente a pagare debiti e interessi del baratro italiano.
E su questo nemmeno il genio Morisi può farci niente.
E’ solo questione di tempo, come del resto tutto, nella vita.