di REDAZIONE

Gli investigatori hanno passato al setaccio svariate centinaia di pratiche che, negli anni, erano state istruite dai vari uffici pubblici competenti, rilevando già una serie di gravi incongruenze. Il sodalizio criminale, composto anche da diversi pubblici ufficiali impiegati presso gli uffici del comune di Napoli, si occupava anche della produzione e falsificazione della documentazione sanitaria necessaria per l’indebita erogazione delle pensioni ai falsi invalidi. La truffa veniva attuata attraverso le seguenti fasi: contraffazione in ogni atto, utilizzando anche timbri e sigilli di Stato falsi e firme apocrife, verbali di accertamento di invalidità di alcune aziende sanitarie locali partenopee; i verbali erano così inoltrati all’ufficio invalidi civili della prima Municipalità di Napoli ed utilizzati, con la complicità di alcuni funzionari comunali infedeli, per la formazione di falsi decreti di riconoscimento delle pensioni.
I falsi decreti di riconoscimento dell’invalidità venivano poi trasmessi ai competenti uffici dell’Inps, i quali, indotti in errore, procedevano ad erogare le indebite pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento, nonché a corrispondere i relativi arretrati a soggetti privi dei requisiti. Per aumentare il profitto illecito, a tutti i soggetti veniva fraudolentemente attribuita una percentuale di invalidità pari al 100%, con necessità di continua assistenza, ed indicata nella documentazione falsa una data di decorrenza della pensione risalente nel tempo, in modo tale da assicurare ai falsi invalidi non solo la pensione di invalidità per il futuro, ma anche la riscossione di rilevanti somme di denaro a titolo di arretrati.