Sulla questione dei migranti “per me è molto importante che sia ripristinata una missione europea di salvataggio in mare. Significa anche responsabilizzare i Paesi ai confini esteri della Ue a registrare chi arriva. E quelle persone devono essere trattate in modo umano e occorre salvare chiunque rischi la vita. Infine, la redistribuzione non può essere spontanea, ma espressione di un processo ordinato. Ci vuole umanità e ordine”. Lo dice la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock (Verdi), in un’intervista rilasciata a Repubblica e ad altri giornali europei. “Se chiunque provasse solo a immaginare di stare su uno di quei gommoni e di assistere alla morte del proprio figlio nel Mediterraneo, non credo che dormirebbe più sonni tranquilli. La morte nel Mediterraneo è la ferita aperta dell’Europa: non siamo riusciti a definire una politica comune. Per quanto difficile, continueremo a lavorarci ostinatamente. Non possiamo abbandonare i Paesi ai confini esterni della Ue, né quando salvano gli esseri umani in mare, né quando respingono chi arriva alla frontiera ma non ha diritto all’asilo”, conclude Baerbock.